Un'orazione priva di retorica, piena di significati e molto calata nell’attualità, in un Paese che deve essere sempre più riconoscente al patrimonio lasciato dalla lotta di Liberazione.
Quello di Chiara Richetti, insegnante, vicepresidente della Casa della Resistenza, è stato un intervento apprezzato per le celebrazioni dell’81° anniversario dell’Insurrezione popolare di Villadossola, novembre 1943.
‘’Che Paese è quello in cui ormai non si va più a votare – ha detto l’insegnante cusiana - . In un Paese democratico la politica deve essere ispirata dai grandi valori, quelli espressi dalle testimonianze della lotta di Liberazione, che vanno raccontate e trasmesse anche per spiegare cos’è stato il fascismo. Questo Paese merita un dibattito più alto di quello al quale stiamo assistendo in politica’’.
‘’La lotta di Liberazione fu un momento pagato a caro prezzo – ha affermato - , la libertà fu pagata cara, con sofferenza. I miei studenti mi chiederebbero se quelle persone che lottarono furono eroi. No, furono persone i cui gesti eroici sono stati il loro lascito perché la Resistenza sia un patrimonio. Anche se è difficile far passare questo messaggio. La Lotta di Liberazione non ha avuto solo un valore militare, ma soprattutto un valore politico e morale’’.
Prima di lei, al Parco della rimembranza, gli interventi del sindaco Bruno Toscani e del presidente dell’Anpi villadossolese, Daniele Fortin. La mattina di domenica, si era aperta con la deposizione di fiori al cippo di Pallanzeno, che ricorda i fucilati dai tedeschi dopo l’insurrezione popolare a Villadossola. Fucilazioni che precedettero altre sentenze di morte eseguite poi a Novara.
Il venerdì le manifestazioni erano iniziate con la presentazione del libro ‘Prigionieri’ di Stefano Scacchetti e sabato la posa di una quercia rossa alla collinetta dello sport. Infine domenica pomeriggio la salita alla Pianasca, da dove partì l’8 novembre 1943, l’insurrezione di Villadossola.