La giornata di Sant'Albino è una tradizione molto sentita in Valle Vigezzo, un rito contadino che si celebra per risvegliare la stagione più verde dell'anno e che ci racconta anche un po' della nostra storia.
I più anziani ricordano ancora, nelle difficoltà dei tempi che furono, la spensieratezza della giornata di Sant'Albino – che tradizionalmente si svolge il primo marzo di ogni anno – che veniva trascorsa con i campanacci di mucche e capre appesi al collo, pronti, con il loro suono, a destare la primavera. La vita contadina, fonte di sostentamento di molte famiglie, - con tempi e scadenze ben precise da seguire per la semina e il raccolto - è sempre dipesa fortemente dal susseguirsi delle stagioni: un rito quindi, quello di Sant'Albino, che voleva essere anche un rito propiziatorio.
La vita e il lavoro della terra erano fortemente scanditi dallo scorrere del tempo e delle stagioni, che potevano influenzare sensibilmente il lungo e faticoso lavoro di una intera annata. Ancora oggi i bambini vigezzini portano avanti l'usanza con lo stesso filo conduttore: scacciare il freddo inverno e salutare la primavera risvegliandola a suon di campanacci.
A Santa Maria Maggiore quest'anno il risveglio della primavera si festeggerà giovedì 6 marzo. I bambini delle scuole del territorio si ritroveranno in Piazza Risorgimento alle 9.30 muniti di campanacci e decorazioni primaverili. Il rumoroso corteo attraverserà il centro storico del paese attraverso una serie di tappe giocose segnalate da appositi cartelli.
Alle 11.30 poi un momento partecipativo con Sara Tadina presso il Parco di Villa Antonia. L’evento è realizzato per le bimbe e i bimbi di Santa Maria Maggiore e delle sue frazioni, ma tutti possono “partecipare” assistendo al passaggio del corteo rumoroso e colorato.