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Attualità | 11 agosto 2025, 18:45

Macugnaga, chiusura della pista per il Rifugio Zamboni Zappa: crollano presenze e incassi

Per le attività e gli impianti un Ferragosto in salita: -80% di presenze e -50% di passeggeri in seggiovia, operatori preoccupati per l’impatto sull’intera stagione

Macugnaga, chiusura della pista per il Rifugio Zamboni Zappa: crollano presenze e incassi

Il danno economico derivante dalla chiusura della pista che dal Belvedere conduce al rifugio Zamboni Zappa, sottoposto a sequestro dalla guardia di finanza nei giorni scorsi, è immenso per le attività commerciali che, dal passaggio degli escursionisti, ricavano in questo periodo una quota altissima dei profitti annuali.

Il rifugio Zamboni Zappa ha registrato in questo fine settimana un calo delle presenze dell’80%, mentre la seggiovia della società Monterosa ha segnato un calo dei passeggeri del 50%. Dati allarmanti per le attività, che proprio nel periodo di Ferragosto realizzano il grosso del fatturato annuale, e per l’immagine turistica della "Perla del Rosa", in questi giorni affollatissima di turisti. La passeggiata fino al rifugio Zamboni Zappa è un classico, una delle mete più ambite da chi si reca a Macugnaga, anche per le famiglie, poiché dal Belvedere il percorso è quasi pianeggiante.

"Oltre alla delusione per i turisti che stanno trascorrendo le vacanze qui da noi, c’è il problema del turista di giornata che giunge a Pecetto e non era informato della chiusura – spiega Filippo Besozzi, direttore degli impianti –. In estate l’appassionato di montagna consulta le previsioni meteo e dà per scontato che gli impianti siano aperti, non come in inverno, quando si guardano i bollettini neve. Così, in questi giorni, tanti appassionati provenienti da Milano, Varese o altre zone limitrofe sono rimasti delusi. In biglietteria abbiamo attivato un servizio informazioni, con un addetto incaricato di accogliere i clienti e spiegare che il rifugio non è raggiungibile con la pista che parte dal Belvedere, ma la delusione è tanta".

Oltre al disappunto dei turisti, la società che gestisce gli impianti sta già facendo i conti con il danno economico: "In questo fine settimana abbiamo registrato un calo del 50% nei passaggi – prosegue Besozzi –. Normalmente, nel weekend che precede il Ferragosto, vendiamo 1.000 biglietti; in quello appena trascorso ne abbiamo venduti solamente 400. Questo è il periodo in cui facciamo il grosso del fatturato, che ci serve poi per pagare gli stipendi di tutto l’anno. Già con difficoltà chiudiamo il bilancio in pareggio, non voglio pensare cosa succederà se la situazione non si dovesse sbloccare".

La situazione al rifugio Zamboni Zappa è ancora più critica: "In questi giorni la perdita è dell’80% – spiegano dalla struttura –. Arriva qualche cliente, ma il danno è immenso. Noi siamo aperti poco più di tre mesi l’anno: se non lavoriamo ora, quando lavoriamo? E anche se dovessero riaprire la pista, difficilmente la situazione potrebbe tornare alla normalità".

La passeggiata dal Belvedere alla zona del rifugio Zamboni Zappa è una delle attività più popolari tra i turisti: si sale sino al Belvedere in seggiovia (o a piedi) e poi da lì si prosegue lungo la pista, un sentiero facile e pianeggiante, adatto a tutti. Con la pista chiusa, il rifugio è raggiungibile salendo dal Burki fino all’Alpe di Rosareccio e poi proseguendo verso la Zamboni: un tracciato con un dislivello di oltre 500 metri, che allunga i tempi di percorrenza di più di un’ora e mezza.

Miria Sanzone

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