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Attualità | 16 agosto 2025, 11:10

Tre 'pietre d'inciampo' posate ai Bagni di Craveggia

A ricordo dei fatti del 1944 quando le guardie di frontiera svizzere permisero agli italiani in fuga di salvarsi dalle mitragliatrici nazifasciste: poche le vittime, ma poteva essere una strage

Tre 'pietre d'inciampo' posate ai Bagni di Craveggia

Posate ai Bagni di Craveggia  (sul confine italo-svizzero tra le valli Onsernone e Vigezzo,) delle pietre d'inciampo. Sono dedicate a Federico Marescotti, Renzo Coen e Adriano Bianchi, vittime dei fascisti.

Morirono nell’ottobre del 1944 quando un gruppo di partigiani in cerca di rifugio fu sorpreso dai fascisti mentre era in attesa dell’autorizzazione per entrare in territorio svizzero, al confine tra la val Vigezzo e la val Onsernone. Poteva essere una strage perché circa 500 italiani, tra civili e partigiani, stavano attraversando il confine per sfuggire a tedeschi e fascisti della Repubblica di Salò. Le guardie di frontiera svizzere permisero agli italiani in fuga di salvarsi dalle mitragliatrici nazifasciste, ma tre partigiani furono colpiti dal fuoco

Martedì scorso la posa delle tre pietre d'inciampo grazie al Gruppo per la memoria 1943-1945 con l'Associazione svizzera delle pietre d'inciampo. Un progetto iniziato un anno fa a Brissago con la posa di quattro pietre per la famiglia Gruenberger, respinta dalle autorità elvetiche e deportata ad Auschwitz.

Renato Balducci

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