Nel cuore di Domodossola la cultura non smette di riaffiorare. Gli scavi per il restauro del Teatro Galletti hanno infatti riportato alla luce sorprendenti ritrovamenti di epoca romana: un segno concreto di come la città custodisca, strato dopo strato, una vocazione antica al bello, all’incontro e allo scambio. Una tradizione che oggi rivive proprio nel teatro simbolo della comunità, in corso di rinascita dopo oltre un secolo di storia. Un palcoscenico che guarda già alla prossima Esposizione Italo-Svizzera, pronto a scrivere un nuovo capitolo di una storia che dura forse da duemila anni.
Nel cuore di Domodossola, il Teatro Galletti è da oltre un secolo il simbolo della vocazione culturale e transfrontaliera della città. Nato dalla visione di Gian Giacomo Galletti, benefattore che nell’Ottocento immaginava per la sua comunità un luogo di crescita e bellezza, fu inaugurato nel 1882 come spazio di spettacolo e condivisione. Una scelta che già allora anticipava la naturale predisposizione di Domodossola a essere ponte tra Italia e Svizzera.
Una vocazione, questa, che la storia ha confermato: dalla Via del Mercato medievale alla Stockalperweg, fino alla ferrovia e al traforo del Sempione che dal 1906 collegano direttamente Nord e Sud Europa, nonché alla Ferrovia Vigezzina-Centovalli, inaugurata nel 1923. Non a caso, le Esposizioni Italo-Svizzere, organizzate ogni 25 anni tra il 1925 e il 2000, hanno saputo celebrare questo ruolo, diventando vetrine internazionali di industria, artigianato, agricoltura e cultura.
Oggi, mentre la città si prepara alla 5ª Esposizione Italo-Svizzera, Domodossola vive la rinascita del suo teatro storico. Nel marzo 2023 il Comune ha avviato il bando pubblico per il restauro conservativo del teatro Galletti, finanziato attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, “Fondi comunali”, “Fondi frontalieri” e con il contributo della Fondazione Cariplo.
Ad aggiudicarsi la gara di restauro conservativo è stata Dremar Costruzioni Generali S.r.l. Sb, realtà attiva dal 1994 e riconosciuta come azienda leader del settore edile non solo nelle province del Verbano Cusio Ossola e Novara, ma in tutto il nord Italia. L’impresa, oltre a garantire l’esecuzione dei lavori, ha sostenuto concretamente l’opera cofinanziando l’intervento con un ribasso partecipato, ad aggiudicazione già avvenuta, pari a 233.000 euro, ulteriore segno di un impegno “Benefit per la città e per il sociale” che va oltre la semplice esecuzione tecnica.
La forza della proposta vincente di Dremar non è stata soltanto nell’offerta economica, ma soprattutto nella qualità delle soluzioni tecniche messe in campo per affrontare un cantiere complesso in pieno centro storico. Decisive anche la capacità organizzativa e il duro lavoro di operai e professionisti specializzati che, con dedizione ed esperienza, stanno riportando alla luce un bene storico e identitario della comunità.Un ulteriore valore è arrivato durante la fase degli scavi, quando sono emersi ritrovamenti archeologici presumibilmente di epoca romana. Una scoperta che ha lasciato tutti a bocca aperta e ha richiesto massima attenzione gestita da Dremar con cura ed estrema sensibilità, armonizzando le attività di cantiere con la collaborazione attiva della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura. Un esempio virtuoso di come professionalità, tecnica e rispetto del patrimonio possano dar luce a opere di interesse storico comune.
Il “nuovo” Teatro Galletti sarà uno spazio moderno, sicuro e accessibile, ma ispirato alla sua anima ottocentesca. Un luogo pronto ad accogliere spettacoli, conferenze, iniziative culturali e a farsi protagonista dei futuri scambi culturali e proiettato per la prossima manifestazione Expo Italo-Svizzera.