Dopo 70 anni di presenza a Domodossola, i frati Cappuccini lasciano la parrocchia di Sant’Antonio. La messa di saluto è stata presieduta dal Vescovo Franco Giulio Brambilla, accompagnato da padre Fausto Panepinto e da moltissimi altri religiosi ossolani. Un momento intenso, carico di emozione, in cui molti fedeli hanno voluto accompagnare il neo parroco. Tante persone, la maggior parte provenienti dalla parrocchia domese della Collegiata.
A presiedere la celebrazione è stato il vescovo, che nel suo intervento ha ricordato con realismo la situazione attuale della Chiesa: “In tredici anni – ha detto – abbiamo avuto solo 30 ordinazioni e 130 funerali di religiosi. I numeri parlano da soli. Ma nonostante questo, la Chiesa va avanti, sostenuta dalla fede e dalla gratitudine per chi, come i Cappuccini, ha dato tanto”.
Il vescovo ha voluto sottolineare come la mancanza di vocazioni non debba spegnere la speranza, ma al contrario aprire a nuove forme di servizio e collaborazione all’interno della diocesi. “Saremmo stati felici di vederli continuare, ma accogliamo con fede questo cambiamento. Siamo grati ai Cappuccini per tutto ciò che hanno fatto e per la loro grande opera di integrazione sociale”.
Al termine della celebrazione è anche intervenuto dall'altare il sindaco Lucio Pizzi: “Una pagina indelebile della nostra storia” Il primo cittadino ha voluto portare il saluto e la riconoscenza dell’intera amministrazione comunale e della città ai frati. “È un momento che segna indelebilmente la storia di Domodossola. La decisione dei frati ha generato rammarico, amarezza e preoccupazione, sentimenti diversi ma uniti da un profondo affetto verso di loro. Il quartiere si sente privo di un supporto spirituale che ha accompagnato generazioni. Tuttavia, questa decisione va accettata con rispetto per la loro piena autonomia”. Il sindaco ha poi voluto ricordare le origini di questa lunga avventura spirituale, iniziata grazie alla lungimiranza di padre Michelangelo, divenuto cittadino onorario di Domodossola. “Tutti i fratelli che si sono succeduti hanno arricchito la città, accompagnando generazioni di residenti nel quartiere”. Ha concluso con parole di profonda riconoscenza: “Grazie, padri Cappuccini, per la vostra fede, per il vostro impegno, per aver trasformato questo quartiere in una parte viva e integrata della città. Saremo per sempre grati”.
Anche i fedeli hanno voluto esprimere la loro riconoscenza. Un volontario commosso, con voce rotta dalle lacrime, portavoce di molti, ha detto parole toccanti: “Vi salutiamo con un grande abbraccio, ricordando chi ci ha lasciati. Quello che avete fatto è stato un miracolo in questo quartiere. Benvenuto al nuovo parroco, in un compito non facile. Noi
La comunità ha poi accolto don Vincenzo Barone, il nuovo parroco di Sant’Antonio, che raccoglie il testimone dei Cappuccini. Con umiltà e commozione, don Vincenzo ha espresso il suo sentire in questo momento così delicato: “Questa chiesa ha visto per 70 anni i frati seminare il Vangelo con la forza di San Francesco. Con loro generazioni di fedeli hanno imparato a conoscere Gesù. Oggi, con gratitudine, consegniamo questa lunga pagina di storia nelle mani di Dio. L’arrivo di un nuovo parroco non è un taglio, ma una continuità”. Ha aggiunto: “Entro in una vigna già coltivata. Porto con me ciò che sono, la mia sensibilità e la mia esperienza. Questa chiesa è un faro che illumina la nostra città. I Cappuccini ci lasciano un’eredità preziosa: ora questo patrimonio passa nelle mani di un parroco diocesano. L’abito cambia, ma il cuore rimane quello di Cristo”. “Oggi non entro solo: entriamo tutti in un cammino nuovo, ognuno con le proprie responsabilità”.
Al termine, prima della benedizione del Vescovo, don Vincenzo ha voluto concludere il suo intervento con i primi importanti annunci nel segno della continuità: l'8 ottobre, ha fissato un incontro con tutti i volontari e i fedeli del quartiere dando loro appuntamento alle 20.30 in chiesa. Il 19 ottobre, nella messa delle 10.30 ci sarà l'inizio dell’anno catechistico. E ha anche confermato che la chiesa rimarrà aperto come prima, con tutte le messe feriali e festive negli stessi orari del passato. Ha infine comunicato una decisione significativa: “Non ci sarà il rinfresco annunciato a fine messa. Ho cdeciso di devolvere il costo del rinfresco ai bambini di Gaza”. Un gesto semplice ma dal forte valore simbolico, segno della continuità della solidarietà francescana anche nel passaggio di consegne.