“La nuova legge nazionale sulle zone montane rischia di produrre effetti pesantemente negativi per il Piemonte e per decine di comuni oggi classificati come montani. È indispensabile che la regione si attivi immediatamente per evitare che criteri troppo rigidi e puramente orografici penalizzino territori già fragili dal punto di vista demografico, economico e dei servizi”. Lo affermano i consiglieri regionali del Partito Democratico Fabio Isnardi, Simona Paonessa ed Emanuela Verzella con la capogruppo Gianna Pentenero, che hanno condiviso l’interrogazione alla giunta del collega Mauro Calderoni per chiedere chiarimenti puntuali sull’impatto della legge nazionale n. 131/2025—entrata in vigore lo scorso 20 settembre - che ridefinisce la classificazione dei comuni montani e introduce una nuova modalità di riparto del Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane (Fosmit).
“Secondo simulazioni tecniche, il Piemonte potrebbe perdere un numero significativo di comuni montani, passando da circa 486 a poco più di 420, molti dei quali nell’astigiano”, sottolinea Isnardi. I consiglieri Dem sostengono: “Si tratta di territori che, pur trovandosi a quote più basse, convivono con fragilità strutturali analoghe a quelle delle aree montane tradizionali: spopolamento, carenza di servizi, difficoltà nella mobilità, costi più elevati per garantire sanità e istruzione. Escluderli dall’accesso alle risorse significherebbe accentuare divari territoriali già profondi”.
Calderoni evidenzia un altro elemento critico della nuova legge: “L’introduzione di una quota riservata agli interventi statali all’interno del Fosmit, senza aumentare le risorse complessive, rischia di produrre un vero e proprio definanziamento delle politiche regionali per la montagna”.
“Se una parte del fondo viene sottratta alle regioni e gestita centralmente, anche attraverso la nuova strategia per la montagna italiana, - spiega Simona Paonessa - le comunità alpine e appenniniche piemontesi rischiano di perdere risorse preziose e autonomia progettuale”.
Da qui le dieci domande poste alla giunta regionale:
– se il Piemonte abbia espresso osservazioni o proposte durante l’iter della legge;
– quale sia la posizione ufficiale sulle simulazioni di riduzione dei comuni montani e quali territori risultino a rischio esclusione;
– quali iniziative intenda assumere per influenzare i decreti attuativi, affinché siano inseriti anche indicatori socio-economici e non solo parametri orografici;
– se la regione intenda costruire una posizione comune con unioni montane, comuni, province e associazioni del territorio;
– quali misure compensative siano previste per evitare penalizzazioni;
– e quale valutazione politica la giunta dia del possibile taglio alla quota Fosmit destinata al Piemonte.
“In un momento in cui le aree montane stanno investendo energie per attrarre nuovi residenti - continua la consigliera Verzella - rafforzare servizi e promuovere progetti di sviluppo locale, ogni riduzione di risorse o di riconoscimento istituzionale rischia di mettere in crisi un percorso faticoso ma virtuoso”. “Per questo chiediamo alla regione un’azione decisa e tempestiva, capace di difendere i diritti delle nostre comunità montane e di tutelare il futuro delle terre alte piemontesi”, conclude la capogruppo Gianna Pentenero.














