/ Attualità

Attualità | 07 febbraio 2021, 14:45

Giornata mondiale contro il bullismo, assistenti sociali: “Guardare al fenomeno in un’ottica multidisciplinare”

“Per contrastarlo è necessario che tutti facciano la loro parte: autorità, genitori, istituzioni, politici e gli stessi ragazzi”

Giornata mondiale contro il bullismo, assistenti sociali: “Guardare al fenomeno in un’ottica multidisciplinare”

Giornata mondiale contro il bullismo, assistenti sociali: “Guardare al fenomeno in un’ottica multidisciplinare” “Per contrastarlo è necessario che tutti facciano la loro parte: autorità, genitori, istituzioni, politici e gli stessi ragazzi”

Il 7 febbraio è la giornata contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola, celebrata la prima volta il 7 febbraio 2017, in coincidenza con la Giornata Europea della Sicurezza in Rete indetta dalla Commissione Europea (Safer Internet Day).

 

Dall’indagine 2020 dell’Osservatorio Indifesa di Terre des hommes e Scuola Zoo, emerge con chiarezza che più di 4 ragazzi su 10 hanno subito atti di bullismo e 6 adolescenti su 10 lo hanno vissuto indirettamente, assistendo ad episodi diretti ad amici e compagni di scuola. Bullismo e cyberbullismo sono dunque rischi concreti per oltre un adolescente su 3.

 

L’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte richiama l’attenzione su un fenomeno complesso che andrebbe guardato in un’ottica multidisciplinare: sociale, educativa, psicologica.

 

Barbara Rosina (Presidente Ordine Assistenti Sociali del Piemonte) afferma: “La scuola ha un ruolo centrale ed è un’alleata importantissima, in fase di prevenzione e individuazione del problema, dei servizi sociali e sanitari che si trovano a gestire il problema in un’ottica quasi esclusivamente riparativa, quando cioè l’atto di bullismo è già accaduto. Potenziare i programmi didattici, in riferimento ad aspetti quali la lotta dell’indifferenza, l’uso consapevole della rete e dei social, la consapevolezza e la gestione delle proprie emozioni, è di fondamentale importanza. La scuola in questo va aiutata e sostenuta con norme che ne potenzino la capacità di fare sensibilizzazione, prevenzione e monitoraggio. Pensare di investire più risorse per rafforzare questi aspetti, vuol dire diminuire numericamente i fenomeni di cyberbullismo ridurne l’impatto sui singoli e sull’intera comunità poiché proteggere i più giovani significa proteggere intere famiglie dai danni e dagli effetti a lungo termine delle violenze”.

 

La legge regionale del 5 febbraio 2018, n.2 “Diposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo” ha previsto l’istituzione di un Tavolo tecnico presso la Giunta regionale, per predisporre il piano regionale degli interventi, condividere le buone prassi, raccogliere dati sul fenomeno e individuare percorsi di prevenzione del disagio scolastico. Il Tavolo tecnico collabora con il Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, con il Comitato regionale per le comunicazioni, con l'Osservatorio regionale permanente per la prevenzione di bullismi (istituito presso l'Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte), con i dipartimenti delle ASL che si occupano di disagio giovanile e con gli enti locali che hanno attivato protocolli d'intesa sulla tematica. Alberto Cirio (Presidente Regione Piemonte), un anno fa, in occasione della Giornata, aveva rivolto un appello: “Istituzioni, scuola, forze dell’ordine e di giustizia continuino a collaborare poiché per ogni vittima c’è anche un bullo che è necessario rieducare”.

 

“Per contrastare il fenomeno, - dichiara Alberto De Michelis, Consigliere dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte - e ridurre gli effetti quando l’azione è già accaduta sia per chi subisce sia per chi ha agito, è necessario che tutti facciano la loro parte: autorità, genitori, istituzioni, politici e gli stessi ragazzi. Quest’ultimi, ad esempio, devono essere messi nelle condizioni di riconoscere la violenza non appena si manifesta, devono essere in grado di sapere a chi rivolgersi e ciò può essere possibile solo attraverso una cultura del rispetto. I ragazzi vittime di violenze possono a loro volta diventare, se accompagnati, attori attivi nella sensibilizzazione dei pari. Ciò richiede l’azione degli adulti attraverso un lavoro sinergico tra istituzioni e famiglie finalizzato ad implementare le abilità sociali dei nostri giovani. Si tratta di un lavoro educativo complesso e a lungo termine che può dare positivi risultati. Per questo dobbiamo promuovere e incoraggiare contesti formalizzati di dialogo tra genitori e istituzioni. Nessuno deve essere lasciato solo a fronteggiare questo drammatico fenomeno”.

 

Barbara Rosina lancia un monito: “Dobbiamo segnalare con forza che, come purtroppo accade in altri ambiti, quando parliamo di bullismo e il cyberbullismo a scuola ci troviamo a lavorare in un’ottica riparativa di danni che sono già avvenuti e che hanno portato dolore, paura, percezione di sconfitta nelle persone interessate, i minori e le loro famiglie ma anche le loro reti amicali. Non possiamo dimenticare che queste situazioni generano al contempo sfiducia nella capacità protettiva delle istituzioni, minano alle fondamenta la capacità di riconoscersi e sentirsi parte di una comunità, di essere parte attiva e risorsa della nostra società.Chiediamo con forza che iniziative di prevenzione avviate da anni nei nostri territori, anche in collaborazione con le Forze dell’Ordine che hanno un ruolo importantissimo, siano messe a sistema, che non vengano lasciate alla sensibilità, attenzione, volontà, disponibilità economica dei singoli Presidi e direttori di Istituto ma che vi sia un lavoro centrale di coordinamento degli interventi di promozione e di prevenzione affinché nessun giovane, nessuna famiglia, nessuna scuola venga dimenticata o lasciata sola ad affrontare i rischi di questo fenomeno. Ricordiamo infine che per realizzare interventi efficaci, occorre limitare le situazioni di isolamento riguardante non solo gli insegnanti, i direttori degli istituti scolastici e le famiglie ma anche gli operatori delle diverse professionalità che lavorano nel sistema dei servizi, chi è impegnato nelle attività di volontariato e nelle attività sportive rivolte ai giovani.”

 

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore