L'impatto della strage del Mottarone sul turismo provinciale e non soltanto, rischia di essere devastante. Lo dicono gli esperti. I riflettori di tutto il mondo sono puntati sul nostro territorio e ora si temono gli effetti negativi. E a rischiare di più, come ovvio, sono proprio le località di montagna, che a causa della pandemia hanno già avuto una stagione difficilissima lo scorso anno. Tanti rinvii per l'apertura degli impianti, che poi di fatto non sono mai entrati in funzione. La situazione economica, nonostante gli aiuti, è molto difficile.
Per fare il punto alla luce del recente fatto di cronaca abbiamo interpellato il gestore degli impianti di risalita di Macugnaga, Filippo Besozzi. Per la località della Valle Anzasca, vale sottolinearlo, la stagione estiva è molto importante, soprattutto per il pubblico amante delle passeggiate, del trekking, delle escursioni e della natura. Così Besozzi, raggiunto telefonicamente da VcoNews venerdì 28 maggio all'ora di pranzo: “Come potrà immaginare non sono molto felice di dover rispondere alle sue domande. È stata una strage e le informazioni che stanno via via emergendo iniziano a chiarire il quadro di quanto è successo. Non esprimo alcun giudizio, e ci mancherebbe, perché non è questo il momento e, peraltro, è il lavoro che stanno svolgendo ottimamente gli inquirenti. Siamo tutti scossi, tutto il mondo lo è, non v'è dubbio: non ci sono impiantisti che non siano stati toccati nel profondo dell'animo, ma l’eventuale pubblicità negativa per Macugnaga e non soltanto, non è certo il problema che mi pongo adesso. Ci sarà tempo e modo di valutare. Adesso è il momento di capire fino in fondo cosa è avvenuto sulla Stresa-Mottarone. Chi fa questo mestiere sa bene quanto sia complessa la manutenzione e quanti siano i controlli sugli impianti a fune, nessuno di noi avrebbe mai pensato a una cosa del genere”.