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Attualità | 22 febbraio 2022, 15:25

Don Tanghetti, padre dei rosminiani: “La Croce del Calvario sia segno di speranza in questo periodo”

Con la festa della Cella sono ripartite le attività del centro di spiritualità del Calvario

Don Tanghetti, padre dei rosminiani: “La Croce del Calvario sia  segno di speranza in questo periodo”

Dal padre generale dei Rosminiani don Marco Tanghetti, in occasione della festa della Cella svoltasi nel fine settimana che ricordava l'arrivo di Rosmini al Calvario nel 1828, è arrivato l'invito a guardare alla  Croce illuminata del sacro Monte Calvario in questo tempo di pandemia, come segno di speranza.

“La luce che si è accesa al Sacro Monte Calvario  dopo la  seconda guerra mondiale - ha detto il padre generale - era un segno di speranza visivo di quella luce che i sacerdoti e i padri hanno diffuso. Questo è necessario oggi in tempo di pandemia, di difficoltà per tante persone a livello di lavoro, di riorganizzazione della famiglia,  di difficoltà per i giovani che vivono diverse forme di depressione. La croce del Calvario è una speranza è la luce di chi crede nel vangelo, di chi testimonia il vangelo, è la luce dell'Istituto della Carità”.

In occasione della festa della Cella sono ripartite le varie attività che girano intorno al centro di spiritualità, dai ritiro fino agli incontri con gli ascritti, all'ospitalità a persone che sono in ricerca di  un periodo di pace, silenzio e discernimento.

Il rettore Michele Botto Steglia si è soffermato anche sulla collaborazione e amicizia molto proficua con il parroco di Domodossola don Vincenzo Barone e con l'amministrazione della città nella figura del sindaco Lucio Pizzi.

“Sento un incoraggiamento in questo cammino, pensare che la città guarda al Sacro Monte non solo come una chiesa sulla montagna e crea un legame continuo tra il Borgo della Cultura e il Sacro Monte è un grande segno”. “Il nostro istituto è sempre benedetto da una piccola goccia – ha aggiunto il rettore del Calvario don Michele Botto Steglia - ; il 20 febbraio due scolastici William Milanesio di Ivrea  di 41 anni e Camillo Temon di 54 anni della Repubblica Centro Africana hanno rinnovato i loro voti e saranno prossimi alla professione perpetua. Abbiamo poi due novizi uno da Belgirate e uno dal Vietnam”.

Mary Borri

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