Dopo 2 anni di stop forzato imposto dalla pandemia 'A riveder le stelle', il docufilm del regista de 'La Terra buona', inizia il suo percorso nei cinema italiani. L'anteprima nazionale della nuova pellicola di Emanuele Caruso, la sua seconda girata in val Grande, si terrà il 2 marzo al cinema Corso di Domodossola, sala storica che ha visto un ottimo riscontro ed entusiasmo di pubblico per il precedente film del cineasta piemontese.
Un viaggio di 30 km di una compagnia eterogenea di 6 persone, iniziato dalla colma di Premosello, fino a Capraga, passando da Mottac e Scaredi ripreso con 2 cellulari e un drone. 7 giorni di riprese dormendo dove capitava per riscoprire le bellezze della natura e interrogarsi sul rapporto e il futuro tra esseri umani e ecosistema.
In vista della proiezione dell'opera cinematografica realizzata dalla albese Obiettivo Cinema, con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte e Piemonte Doc Film Fund e del Parco Nazionale Val Grande, il regista ha parlato del film in una conferenza stampa on line la mattina del 23 febbraio. Oltre al regista sono intervenuti Paolo Manera, Direttore Film Commission Torino Piemonte, Massimo Bocci, commissario straordinario Ente Parco e gli interpreti Franco Berrino, esperto di sana alimentazione e ospite speciale del film, e l'attore Giuseppe Cederna.
“Un progetto cinematografico straordinario e sperimentale in un luogo altrettanto straordinario che avrà un effetto importante di promozione per queste tematiche e per vivere in modo profondo luoghi così speciali” ha esordito Paolo Manera di Film Commission che ha seguito sviluppo e produzione della pellicola.
“Il 2 marzo il parco compie 30 anni, l'uscita del film è un bellissimo modo per festeggiare questo compleanno -ha sottolineato il commissario Massimo Bocci-. Un viaggio, sostenibile e leggero a livello di produzione, in una val Grande dalla natura prorompente, che invita a riflettere sui cambiamenti climatici. Anche nel nostro territorio per il film c'è molta attesa, le prevendite sono andate bene: sicuramente confermerà il successo dei film precedente e invoglierà gli spettatori a visitare il parco”.
“Per me è stata un'esperienza umana e spirituale ancor prima che una bella prova d'attore -così Giuseppe Cederna, collegato dall'aereoporto di Madeira-. Un esperimento che ha creato un rapporto umano bellissimo e che mi ha consentito di scoprire un luogo straordinario. Le domande che il film pone trovano risposta nelle parole del professor Berrino, in particolare su cosa succeda all'uomo che cammina in una terra liberata dall'uomo”.
“Oggi più della metà della popolazione mondiale vive in città e ci si allontana sempre di più dal rapporto con la natura. Questo viaggio -spiega il professor Franco Berrino- ci ha aiutati a ristabilire un collegamento, anche curativo, con la terra e a riconnetterci con l'universo. Più ci si allontana dalla presenza umana più ci si avvicina alla consapevolezza dell'esistenza e si può tornare a disvelare questo mistero, e finalmente si torna 'a riveder le stelle', come i finali delle 3 parti della Divina Commedia. È stato un percorso poetico e affascinante, che recupera la semplicità della poesia dell'esistenza”. Il professore, considerato uno dei riferimenti per l’alimentazione sana, ha replicato l'esperimento del viaggio del film nel suo Centro di Camaldoli in chiave “escursionistica”. È un'esperienza di 3 giorni e mette in luce le conseguenze positive sui bioritmi del corpo umano nel momento in cui ritrova il suo equilibrio con la natura.
“Un ringraziamento speciale a Film Commission e al Parco Val Grande che mi ha 'abbracciato' in questi 2 film -le parole del regista Emanuele Caruso, che ha scoperto l'area naturale protagonista dei suoi film sul giornale, per caso, qualche anno fa-. Ho voluto attendere 2 anni per l'uscita in sala anziché proporre 'A riveder le stelle' on line, un sacrificio che abbiamo voluto sostenere come gesto di attenzione verso il pubblico. La produzione ha preferito aspettare perché il nostro documentario doveva essere, e speriamo sarà, un’occasione di incontro e di confronto. Arriviamo da due anni intensi e difficili - prosegue Caruso - anni in cui il mondo è cambiato completamente, sono cambiate anche le nostre abitudini. Il Covid era un’emergenza per la quale nessuno di noi era pronto. Ecco, il film nasce su un’altra emergenza che sarà ancora più profonda di quella del virus, che è quella del cambiamento climatico. Ed è proprio su questa esigenza e riflessione che nasce il mio film, un viaggio a piedi di 7 giorni, con dei protagonisti di eccezione, per cercare di cambiare la nostra visione e il nostro modo di ragionare. Ho cercare di analizzare il cambiamento climatico non tanto da un punto di vista di dati, quanto da un punto di vista mentale”.
Un contrasto all'impatto dei cambiamenti climatici che può arrivare, secondo il professor Berrino, attraverso una consapevolezza che deve partire dal basso. “L'evidenza dei cambiamenti in atto non è sufficiente a correggerci -precisa Berrino- perché siamo 'negazionisti' a causa dei ritmi con i quali funzionano i meccanismi dell''industria della distrazione'. Non sono pessimista, credo si possa intervenire. Nel nostro piccolo dobbiamo imparare a effettuare scelte consapevoli e sostenibili e non delegare le soluzioni alla politica”.
Il film il 3 marzo sarà in programmazione in una trentina di sale (è già sold out a Torino) che cambieranno man mano, come una sorta di tournée, in tutta Italia. L'anteprima nazionale come dicevamo sarà a Domodossola il 2 marzo. Sempre nel Vco il film sarà poi visibile con una doppia proiezione giornaliera dal 3 al 6 marzo nella sala dell'Auditorium il Chiostro di Verbania Intra.
La programmazione completa nei cinema, in costante aggiornamento, è consultabile su www.stellefilm.it