Fiumi ingombri di piante e vegetazione. Il monito viene lanciato da Antonio Locatelli, esponente del comitato provinciale dei frontalieri del Vco, nonché per tanti anni comandante del distaccamento dei vigili del fuoco volontari di Santa Maria Maggiore.
“Parlo semplicemente come un vigezzino che ama la propria valle – esordisce Locatelli -. La protezione civile ha effettuato un grande lavoro nei giorni scorsi in occasione dell’esercitazione a livello regionale che ha visto realizzare una grande pulizia degli argini del Melezzo Orientale, tra Villette e Re, ma non basta. Dopo aver visto infatti l'eccellente lavoro svolto dalla Prociv nei ruscelli e torrenti di Re e Villette è naturale apprezzare quanto fatto a livello operativo e logistico sul territorio, facendo un’opera di prevenzione molto intelligente e responsabile. Mi viene però spontaneo domandare perché un lavoro di pulizia degli alvei del fiume non venga fatto anche nel tratto del Melezzo che a partire dal territorio di Santa Maria Maggiore scende verso Malesco fino al congiungimento con il rio Loana, che è ormai diventato una vera e propria foresta”.
Da qui l’appello. “Credo che qualcuno a livello istituzionale debba in tempi molto rapidi trovare una soluzione prima che sia troppo tardi, prima che le piogge autunnali ingrossino il flusso dell'acqua e che lo stesso vada a travolgere tutto ciò che incontra lungo il suo percorso, vale a dire le piante che ormai hanno invaso completamente l'alveo e che rischierebbero pertanto di ammassarsi trascinate dalla piena contro i ponti, con le immaginabili conseguenze di un disastro alluvionale . Ricordo che sulla sponda del Melezzo, in località Prestinone, è ubicato un campeggio, che diventerebbe facile preda della piena del fiume. Faccio quindi un accorato appello a chi è competente per queste criticità di farsi carico nel più breve tempo possibile del problema estirpando e non solo tagliando tutte le piante e gli arbusti nell'alveo del fiume visto che cinque mesi di siccità non sono bastati per farlo”.