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Cronaca | 16 marzo 2023, 12:01

Soccorso alpino, quasi 1600 persone soccorse in un anno

Complessivamente sono stati 2.122 gli eventi che hanno visto impegnati i tecnici deille varie delegazioni piemontesi

Soccorso alpino, quasi 1600 persone soccorse in un anno

Un 2022 da record, anche se non è necessariamente una buona notizia. Ma di sicuro sono numeri che raccontano di uno spirito di dedizione e servizio senza pari. Sono le cifre che riassumono l'anno di attività del Soccorso alpino e speleologico piemontese, arrivato a gestire 2.122 eventi di soccorso tramite la sua centrale operativa, con 1.310 missioni effettuate e 1.596 persone aiutate.

Delle 1.596 persone recuperate nel 2022, l’80,8% ha richiesto un intervento di soccorso tecnico-sanitario con 438 illesi (27%), 1.083 feriti (68%) e 75 deceduti (5%). Quest’ultima categoria mostra un netto calo rispetto agli anomali 92 decessi del 2021, riportando il dato più vicino alla media pluriennale.

Le principali cause di infortunio in montagna sono le cadute (48%) seguite dai malori (19%), e riguardano gli uomini nel 76% dei casi e le donne nel 24%. Infine, il 92% delle persone soccorse praticava attività del tempo libero contro il 6% di residenti in montagna e il 3% di persone infortunatesi in terreno impervio per lavoro.

Picco di operatività

Si tratta di un nuovo picco di operatività, dopo che il post pandemia aveva riportato in alto l'asticella. Ogni intervento del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese prende avvio dalle chiamate di emergenza provenienti dal territorio impervio della Regione Piemonte che la centrale del Numero Unico delle Emergenze 112 inoltra al tecnico del SASP presente 24 ore su 24 presso la sala operativa dell’Emergenza Sanitaria a Grugliasco.


Nel 2022 le chiamate sono state cento in più del 2021, arrivando sfiorare il record assoluto di 2.146 chiamate del 2020. Si tratta della conferma di un andamento decennale che segna un costante aumento delle chiamate grazie anche al miglioramento delle infrastrutture telefoniche mobili che consente di effettuare una

chiamata di emergenza anche dalle aree più remote della regione, ormai anche grazie ad applicazioni per smartphone tra cui Georesq sviluppata dal CNSAS. Inoltre, questo conferma che l’utenza è sempre più radicata l’abitudine a rivolgersi ai numeri telefonici dell’emergenza anche se occorre ricordare ai frequentatori della montagna che non bisogna mai fare esclusivamente affidamento al telefonino perché le porzioni di territorio ancora non coperte dalla rete sono ampie.

La spinta dello sci che riparte

Il netto aumento rispetto al 2021 si spiega con il fatto che, dopo la chiusura dei comprensori sciistici nel primo anno post pandemico, le statistiche del 2022 conteggiano anche le chiamate di emergenza lanciate dagli utenti delle piste da sci.


Tra le chiamate che hanno raggiunto i tecnici di Centrale Operativa SASP, 1.310 sono stati gli interventi che hanno visto i tecnici di Soccorso Alpino e Speleologico operare concretamente sul campo. Si tratta di una sensibile flessione rispetto al 2021, quando le missioni complessive erano state 1492. Occorre però sottolineare che negli scorsi due anni erano notevolmente incrementate le operazioni di Protezione Civile in cui il SASP era stato chiamato a supporto delle strutture sanitarie nella gestione Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese O.D.V.


Gli interventi di soccorso alpino vengono condotti in due modi: con il supporto dell’eliambulanza del Servizio Regionale di Elisoccorso (con a bordo il tecnico del SASP in tutte le missioni, non solo quelle montane) oppure esclusivamente dalle squadre a terra. Nel 2022, l’elicottero è intervenuto nell’80% delle missioni segnando un incremento rispetto al 58% del 2021. Anche in questo caso è determinante la riapertura dei comprensori sciistici dove si verifica un numero significativo di incidenti gravi che richiedono l’invio del mezzo aereo a supporto dei servizi di soccorso piste.

Nel 2022 le persone soccorse sono state 1.596 (1.512 nel 2020) segnando il record assoluto nella storia del SASP. Non è facile spiegare un risultato di questo genere anche se, statisticamente, è evidente come una maggiore frequentazione della montagna piemontese sia correlata a un aumento degli infortuni e delle situazioni di emergenza. Da questo punto di vista, l’andamento meteorologico dell’intero anno che ha provocato situazioni drammatiche di siccità, può aver favorito le opportunità di frequentazione delle terre alte e quindi il numero di persone soccorse.

C.S.

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