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Eventi | 02 giugno 2024, 12:12

La Fondazione Canova celebra 30 anni di attività

L'8 giugno un incontro alla ex Cappella Mellerio per raccontare i risultati del lavoro di promozione dell'architettura tradizionale

La Fondazione Canova celebra 30 anni di attività

Sabato 8 giugno alle ore 11.00 alla sala Falcioni, ex Cappella Mellerio, a Domodossola i membri del consiglio di amministrazione della Fondazione Canova - Maurizio Cesprini, Paola Gardin, Ken Marquardt, Andreas Fries, Andrea Mantello - racconteranno il risultato di 30 anni di lavoro e impegno e il desiderio di continuare a promuovere l’architettura tradizionale portando nel nuovo millennio pratiche sostenibili e uso di materiali naturali.

“Parola d’ordine: salvare gli antichi borghi che punteggiano l’Ossola attraverso la trasmissione di conoscenze. Farlo nella pratica. Ogni giorno”, spiegano dalla fondazione. “Passando per le antiche dimore di Ghesc, ai progetti con le Università, ai Camp estivi, ai Workshop sulla calce, sull’uso della canapa nelle costruzioni, fino agli Incontri internazionali degli architetti, la Fondazione Canova ha trasmesso la passione che ha animato studiosi, ingegneri, professori che da tutto il mondo hanno imparato ad amare l’Ossola e la sua architettura. Più di 150 eventi, oltre 2mila studenti universitari da tutto il mondo”.

“Un bagaglio di conoscenze, migliaia di persone che si sono perse nella bellezza della pietra, nel verde della natura che circonda le case, dove muri a secco, tetti in piode, imponenti portali, vivono grazie ad una comunità che si è stretta intorno al desiderio di non lasciar crollare sotto il peso del tempo il simbolo di una cultura. Vogliamo mostrare la nostra gratitudine nei confronti di chi in tutti questi anni ha creduto in noi. Ci si dimentica di dire grazie in un tempo che corre troppo veloce. Ci prendiamo questo tempo, invece, e lo condividiamo”, spiega Maurizio Cesprini, presidente della Fondazione Canova, nata a febbraio dall’associazione omonima. “Sono molti i progetti in campo, tra questi c’è l’obiettivo di proseguire i lavori nel villaggio di Ghesc perché diventi un polo culturale, tornare con lo “Sportello di consulenza sull’architettura tradizionale”, riabbracciare a giugno gli architetti che in questi anni hanno partecipato all’Incontro internazionale”.

Sul passaggio da associazione a fondazione, spiega Ken Marquardt, tra i primi alla fine degli anni Novanta a credere nel progetto di Canova, oggi membro del Cda: “È un segno della nostra maturazione e mi sento molto sicuro perché abbiamo con noi persone capaci e appassionate. La fondazione cambia la forma ma non la sostanza: il cuore e l’anima di Canova sono la conservazione dell’architettura tradizionale, con uno sguardo sempre più aperto alle collaborazioni internazionali”.

Comunicato Stampa - l.b.

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