La storia della Valle Vigezzo è anche la storia degli spazzacamini. Proprio questa valle, come si è visto, è la culla di questo antico mestiere. Una storia dentro la storia. Già, perché quello dei rüsca è un mondo tutto da (ri)scoprire e che ci conduce, più in generale, nella storia dell’emigrazione vigezzina e dei suoi personaggi passati alla storia anche come famosi inventori. La Valle Vigezzo è infatti una terra di inventori ed emigranti famosi.
Il grazioso borgo di Albogno, ad esempio, diede i natali i Mattei che furono gli involontari inventori del tabacco da fiuto. La storia racconta che a seguito di una tempesta una nave che trasportava un carico di tabacco di alcuni Mattei (originari di Albogno ed emigrati in Olanda come commercianti) si impregnò del rhum fuoriuscito da alcune botti che si fasciarono durante il nubifragio. Il tabacco assorbì l’aroma del liquore e ai Mattei venne l’idea di lanciare sul mercato un nuovo prodotto, un tabacco da presa, il tabacco rapè. Anche l’invenzione dell’Acqua di Colonia si deve, come si è già visto, ad un vigezzino: Giovanni Paolo Feminis, di Crana che, emigrato in Germania inventò l’acqua mirabilis di Colonia. A
lla sua morte il segreto di fabbricazione dell’essenza profumata nota in tutto il mondo, passò ad un parente: Giovanni Maria Farina, di Santa Maria Maggiore, sotto il cui nome fu fondata la casa produttrice dell’Acqua di Colonia. Era vigezzino anche l’inventore del calorifero: Pietro De Zanna, di Zornasco, ideò nel 1839 il primo sistema di riscaldamento ad aria calda. Il villettese Francesco Saverio Adorna, detto “Minetto”, merita invece di essere annoverato tra i grandi personaggi dell’aerostatica italiana. Lasciò la valle per Strasburgo dove nel 1780 progettò e costruì un pallone aerostatico di ben 26 metri di altezza e 51 circonferenza (e un volume di circa 4.200 metri cubi, quindi simile ad una mongolfiera moderna) con il quale compì un’ascensione il 15 maggio 1784 sopra la città di Strasburgo.
Giovan Maria Salati è stato invece il primo uomo nella storia ad avere attraversato la Manica a nuoto. La sua fu un’impresa tutta particolare. Il vigezzino, originario di Malesco, emigrò in Francia da giovane ed entrò a fare parte dell’esercito di Napoleone. Dopo essere stato catturato dagli inglesi e fatto prigioniero su una vecchia nave a Dover riuscì a fuggire raggiungendo a nuoto la Francia, nell’agosto del 1817.