“Non possiamo essere indifferenti alle parole che lo scrittore Paolo Crosa Lenz ha espresso riguardo a M29, l'orso (o uno degli orsi?) presente sulle nostre montagne”. Così il Comitato Salvaguardia Allevatori Vco replica all’articolo pubblicato da Crosa Lenz sul suo periodico “Lepontica”, dal titolo “Il mio amico M29”.
“Anche noi vorremmo qui esprimere poche parole, dettate dai nostri cuori, e al contempo fare chiarezza, con dati alla mano. Per Crosa Lenz – prosegue il comitato - M29 è un “mito”! Un esemplare schivo e invisibile, che non ha mai fatto danni, uno "spirito della natura". Il nostro cuore invece ci dice che ad essere "miti" sono quelle donne, quegli uomini e quelle famiglie di montanari ed alpigiani che nei nostri giorni ancora resistono stoicamente sulle montagne, stagione dopo stagione, e producono ancora cibo sano, locale, sostenibile, non industriale, non paragonabile ai viveri smerciati dalle grandi distribuzioni, cibo tratto dalle terre alpine con duro lavoro quotidiano; gente che resiste - anche quando animali pericolosi attaccano il loro bestiame, spesso nonostante l'utilizzo di cani da guardiania, reti elettrificate e la presenza di pastori, seminando morte e terrore, minando il lavoro di selezione di generazioni, arrecando grossi danni economici e morali”.
“Come faccia una persona – si legge ancora nella nota - a chiamare 'amico' un animale selvatico con il quale essa non ha instaurato nessun tipo di rapporto concreto, per noi resta un enigma. Noi, d’altronde, cosa possiamo dire e scrivere di più, se nemmeno le morti dei giovani Andrea Papi e Maria Diana (uccisi da un orso rispettivamente in Trentino e in Romania, ndr) e di molti altri sono bastate per smuovere le coscienze e far aprire gli occhi!”.
Il comitato allevatori conclude: “Solo una cosa ancora ci preme dire: non si ignori e non si ridicolizzi la sana paura che la gente prova sapendo della possibilità di imbattersi in un orso. Le persone che frequentano la montagna ora anche qui stanno pensando come attrezzarsi per affrontare eventuali indesiderati incontri ravvicinati. C'è chi decide di riporre la propria speranza nel destino, sperando di non essere “destinato alla fine di Andrea Papi”, c’è chi si munisce del costoso spray antiorso, c'è chi ha deciso di non andare più in giro da solo, chi proprio va a camminare solo più sul fondovalle invece che in montagna… Ancora una volta, come succede con i lupi, dobbiamo pagare con la nostra libertà quella di animali pericolosi e dannosi”.