Domani, 26 gennaio, ad Anzino si rinnova la tradizionale celebrazione della Domenica del Giglio, un evento che ricorda l'arrivo del quadro di Sant’Antonio e il prodigioso sbocciare dei gigli in pieno inverno.
I riti prendono avvio con il Triduo e culminano domenica alle ore 11 con la celebrazione della Santa Messa Solenne e il suggestivo rito di accensione della lampada votiva, presieduti da Padre Antonio Ramina, rettore della Pontificia Basilica del Santo di Padova. Nel pomeriggio, alle 15, si terranno il Vespro solenne e la processione con la statua del santo, seguiti dall’incanto delle offerte.
Questa ricorrenza affonda le sue radici in eventi straordinari che, secondo la tradizione, avvennero nel gennaio del 1669 e che sono legati alla figura di Sant’Antonio di Padova. In quell’anno, alcuni benefattori originari del paese, impegnati nel commercio del vino a Roma, donarono alla chiesa parrocchiale di Anzino un dipinto raffigurante i miracoli del santo. Durante il viaggio da Roma al borgo, il quadro scomparve e riapparve in circostanze straordinarie, spesso in momenti di pericolo o in prossimità di dogane e posti di controllo, simbolo delle divisioni territoriali dell’epoca.
Quando il quadro giunse finalmente ad Anzino, nei prati innevati attorno alla chiesa accadde un fatto prodigioso: sbocciarono gigli, considerati segno tangibile della grazia del santo. Il dipinto, ritenuto miracoloso in seguito a numerosi episodi di guarigione e grazie, rese il santuario di Anzino una meta spirituale di grande rilievo. Da quasi quattro secoli, il luogo continua ad attirare devoti e pellegrini, rappresentando il più importante santuario piemontese dedicato a Sant’Antonio di Padova.
Da allora, Anzino commemora ogni anno la “Domenica del Giglio” o “festa del primo miracolo di Sant’Antonio” nell’ultima domenica di gennaio, mantenendo viva una tradizione che intreccia fede e memoria storica.