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Confine | 21 maggio 2021, 19:00

Tampone per ingresso in Italia, un ex consigliere di Locarno chiede reciprocità negli spostamenti transfrontalieri

Salvioni: “Roma non ha previsto disposizioni speciali per gli abitanti delle zone confinanti alla Repubblica, ha scordato le sue province più lontane come i loro vicini svizzeri”

Tampone per ingresso in Italia, un ex consigliere di Locarno chiede reciprocità negli spostamenti transfrontalieri

Niccolò Salvioni, ex presidente dell'ordine degli avvocati ticinesi ed ex consigliere municipale locarnese, interviene sui media d’oltreconfine per rivendicare reciprocità negli spostamenti transfrontalieri tra Canton Ticino e Italia. In sostanza accusa il governo italiano di discriminare gli svizzeri che intendono venire in Italia imponendo il test del tampone mentre, da Berna, analoga restrizione non viene imposta agli italiani che intendono valicare i confini in direzione della vicina Confederazione. Piemonte e Lombardia, alla luce degli ultimi dati sulla pandemia e del progresso nella campagna vaccinale, non sono più considerati territori a rischio. Da Cannobio, Ponte Ribellasca e, in direzione del Canton Vallese, da Iselle si può circolare liberamente in entrata ma non in uscita. Dai due cantoni svizzeri in direzione di Verbano e Ossola no.

Roma – accusa Salvioni – non ha previsto disposizioni speciali per gli abitanti delle zone confinanti alla Repubblica. Roma ha scordato le sue province più lontane come i loro vicini svizzeri che vi abitano. La limitazione del movimento di frontiera posta attualmente dall’Italia per entrare in Italia dalle zone di confine ticinesi, rappresenta una disparità di trattamento interna tra i cittadini italiani che vivono nella zona di frontiera, rispetto agli altri italiani che beneficiano invece della completa liberà di movimento, che non si trovano a vivere in zone di frontiera, da flussi di persone selettivamente rarefatti, indotte da limitazioni basate su principi di polizia sanitaria internazionale italiana”. A patirne, come rilevato nelle scorse settimane da Confcommercio Vco, Varese e Como sono le attività di vendita, fissa e mercatale. Analoghe considerazioni sono state fatte dal sindaco di Cannobio, Gianmaria Minazzi, nella lettera al presidente Cirio in cui chiedeva d’intervenire sul governo per concedere libertà d’ingresso entro una certa fascia dal confine italo svizzero. Richieste, fino ad ora, rimaste senza riscontro.

Redazione

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