Il barbiere Antonio Prevosti , a causa della pandemia , ha chiuso lo storico negozio in corso Monet, ma in lui restano i tanti ricordi delle persone incontrate in negozio ed è rimasta la passione per la scrittura e per la poesia. Una passione che con il lockdown è anche aumentata. All'età di 91 anni è pronto a dare alle stampe il suo diciottesimo libro “Le intermittenze del cure al tempo del coronavirus” .
«Questo libro – spiega – l'ho scritto per vincere la paura del coronavirus, mi sono visto costretto a causa della pandemia a chiudere il negozio e mi sono aggrappato ai ricordi come medicina per l'anima. Mi sedevo in giardino e mi tornavano alla mente aneddoti a loro legati». «Nel mio negozio ne sono passate di persone. Ho iniziato a lavorare giovanissimo. Ho scritto inoltre questo libro – dice Prevosti - per lasciare un'impronta, un ricordo. La storia locale è importantissima e io ci tengo ad essere nella storia». Antonio Prevosti avrebbe voluto studiare e magari diventare medico o giornalista. «A quei tempi- dice - non c'erano i mezzi e mi sono diplomato alle scuole serali. Il mio dispiacere è quello di non aver potuto studiare non per ostentare, ma per me stesso. Questo libro è inoltre molto autobiografico. Ho parlato di me stesso nel libro “La scala della vita” ed ancora nei “I pensieri e il tempo” ma, forse per un senso di pudore, non sono andato a ricercare più intimamente nei recessi dell'anima per scavare in profondità. La verità è sempre difficile narrarla per intero. Certo, quando ero apprendista e ci scappava il taglietto, la colpa era sempre del cliente che si era mosso e costui accettava la scusa pensando: “Deve pur imparare!”.
E ancora, quando si andava a rubare la frutta nel giardino del Pollini al Bersaglio si sapeva perfettamente che se quell'uomo ti avesse sorpreso in flagrante avrebbe anche potuto spararti col suo fucile a piombini; ma anche in quel caso avevamo la giustificazione della fame che incombeva».
Solitamente ogni nuovo libro di Prevosti veniva presentato al teatro Galletti ed era un appuntamento fisso ; ogni anno riusciva a coinvolgere gruppi folk e autorità e a creare un evento di richiamo; stavolta a causa del Covid non ci sarà la presentazione . «Mia figlia me lo impedirebbe. Cerco di uscire poco – dice - di fare strade poco trafficate. Ho visto morire in un niente a causa del Covid miei amici e conoscenti, bisogna morire ma se muoio con qualcuno che mi tiene la mano sono contento».
Scrive nella prefazione il giornalista Maurizio De Paoli: «Scritto al tempo del coronavirus, stagione intrisa di dolore, paure e solitudini “Le intermittenze del cuore” assume un significato del tutto particolare. Ci sono molti modi di scrivere la storia. Prevosti ha scelto il più intrigante, raccontare i volti e le abitudini, le piccole cronache quotidiane. Prevosti intreccia prosa e poesia, prendendo spunto dai grandi della letteratura da Verlene a Proust per romantiche fughe a Parigi o Venezia per poi correre subito a rifugiarsi in quel giardino di casa trasformato dal lockdown nel suo piccolo immenso mondo dove trasformare sogni e ricordi in racconto».
La copertina e le immagini sono del pittore Giulio Adobati.