Non accenna a diminuire l'aumento dei frontalieri, anche durante la crisi pandemica, in Svizzera. A fine settembre è stato stabilito il nuovo primato di 352.518 lavoratori residenti all'estero (192.566 provenienti dalla Francia, 85.138 dall'Italia e 63.016 dalla Germania).
L'incremento nel terzo trimestre - scrive il portale swissinfo - è stato del 3.1% rispetto allo stesso periodo del 2020 e in Ticino, dove si concentra buona parte dei pendolari provenienti dall'Italia, la progressione è stata del 3,9% su base annua, a 74'199 unità, secondo quanto ha riferito l'Ufficio federale di statistica (Ust).
Ancora una volta il flusso maggiore di frontalieri si è orientato verso il settore terziario (+3,9% rispetto a 12 mesi prima) mentre nell'industria e nelle costruzioni l'aumento è stato più contenuto (+1,0%). L'evoluzione nei servizi è stata particolarmente marcata nel cantone sudalpino, dove si registra un +5,4%.
Dall'inizio del periodo di osservazione (1996), il loro totale è passato da 140'000 a 352'000. Dal 2004, con la liberalizzazione del mercato del lavoro per le persone con un permesso G, si è avuta un'accelerazione del fenomeno: la progressione media annuale è infatti passata dal 2,7% al 4,4% degli ultimi 16 anni.