Lupi sempre più vicini ai centri abitati con un forte aumento di segnalazioni che destano preoccupazione per il ritorno di questo predatore. A lanciare l’allarme è il sindaco di Malesco, Enrico Barbazza, che ha ora ha preso carta e penna e inviato una missiva direttamente al Ministero dell’Ambiente.
“Da qualche anno il lupo si è insediato nelle nostre valli creando continui e non indifferenti problemi, in primis agli allevatori, già martoriati da situazioni difficili, di crisi ed incertezza economica che vive questo settore – scrive Enrico Barbazza nella lettera indirizzata anche al Parco Val Grande, alla Regione, alla Provincia, al Consorzio Agricoltori Allevatori Valle Vigezzo , al Comitato Salvaguardia Allevatori Vco -. Attualmente, per rassicurare le persone, non bastano più tavoli di lavoro e monitoraggi, né tantomeno proposte di indennità economica che ad oggi sono state pressoché minime o addirittura inesistenti. Sono invece necessarie azioni mirate, che pongano fine ai frequenti attacchi e carneficine”.
Barbazza evidenzia anche come l’utilizzo di recinti e cani da guardiania, per scoraggiare il predatore, si sono rivelati vani.
Per il sindaco di Malesco occorre “prendere in considerazione il recupero e lo spostamento del lupo in habitat più idonei” e che “negli anni Settanta questa specie era praticamente estinta in tutto il territorio nazionale ma grazie ad una serie di iniziative di salvaguardia della stessa, all’abbandono delle coltivazioni in ambiente montano, alla diminuzione delle attività di caccia e all’espansione delle aree protette, la presenza del lupo ha subito un significativo incremento”. “A quale scopo accanirsi – scrive ancora Barbazza – nel volerlo reinserire seppur consapevoli del rischio di dover successivamente procedere all’abbattimento? Forse perché i fondi europei del progetto Life Wolfalps sono troppo allettanti per rinunciarvi?”.
Per Barbazza, insomma, “la problematica lupo è fuori controllo” e non potrà che comportare “l’estinzione dell’allevamento tipico dell’arco alpino con la conseguente perdita di prodotti tipici realizzati in pascoli liberi”.
Di seguito il testo della missiva, inviata dal sindaco (originale in allegato).
Lupi sempre più vicini ai centri abitati con un forte aumento di segnalazioni che destano preoccupazione per il ritorno di questo predatore
Da qualche anno il lupo si è insediato nella nostre valli creando continui e non indifferenti problemi, in primis agli allevatori, già martoriati da situazioni difficili, di crisi ed incertezza economica che vive questo settore.
Attualmente, per rassicurare le persone, non bastano più tavoli di lavoro e monitoraggi, nè tantomeno proposte di indennità economica che ad oggi sono state pressoché minime o addirittura inesistenti. Sono invece necessarie azioni mirate, che pongano fine ai frequenti attacchi e carneficine, vissuti concretamente proprio dai proprietari di bestiame, i quali, oltre al danno economico, morale e psicologico, si trovano a far fronte ai danni indiretti per gli animali sopravvissuti ( aborti spontanei, latte di scarsa qualità, ed altre conseguenze del terrore che gli animali vivono durante gli attacchi).
L'utilizzo di recinti e cani da guardiania, al fine di scoraggiare il temibile predatore, si è rivelato vano ed ha evidenziato ulteriormente l'incompatibilità della convivenza con l'uomo, con gli animali da pastorizia e con gli animali selvatici, questi ultimi peraltro, vittime di uno sterminio che cresce proporzionalmente all'aumento della presenza del lupo.
Questa problematica è già stata affrontata nella storia dei nostri territori, quando le istituzioni dell'epoca resero esecutivi la cattura nonché l'abbattimento della specie, in cambio di vere e proprie "taglie". Oggi vi è la possibilità di arginare significativamente e in modo diverso il problema, senza ricorrere all'abbattimento del lupo, ma prendendo in considerazione il recupero e lo spostamento dello stesso in habitat più idonei.
Voglio ricordare che negli anni settanta questa specie era praticamente estinta in tutto il territorio nazionale, ma grazie ad una serie di iniziative di salvaguardia della stessa, all'abbandono delle coltivazioni in ambiente montano, alla diminuzione delle attività di caccia e all'espansione delle aree protette, la presenza del lupo ha subito un significativo incremento.
A quale scopo accanirsi nel volerlo reinserire seppur consapevoli del rischio di dover successivamente procedere all'abbattimento? Forse perché i fondi europei del progetto Life Wolfalps sono troppo allettanti per rinunciarvi? Cosa succederà quando questi fondi non verranno più erogati?
Per quale motivo questi progetti hanno l'obbiettivo di farci credere che può esserci una convivenza tra uomo e lupo ma nel contempo ci indicano come poterci difendere dallo stesso? Numerose le domande che ancora non hanno risposte soddisfacenti ma solamente teorie insostenibili e assurde.
Oggi, purtroppo, la problematica "lupo" è fuori controllo con numeri troppo elevati e nessuna direttiva in merito al contenimento, mentre le incertezze sul futuro aumentano, le aziende agricole chiudono e il territorio montano viene abbandonato a se stesso, a discapito della tutela della biodiversità di cui oggi più che mai tutti parlano e discutono, inconsapevoli che, a causa di queste "scelte scellerate", sta andando a perdersi sempre più .
La presenza incontrollata del lupo non potrà che comportare l'estinzione dell'allevamento tipico dell'arco alpino con la conseguente perdita di prodotti tipici realizzati in pascoli liberi.
Salvaguardare allevatori e bestiame deve essere prioritario rispetto alla tutela incondizionata del lupo.
I soldi pubblici devono finanziare progetti concreti ed efficaci, che non vadano a danneggiare il benessere naturale creando malumori e insoddisfazioni, privilegiando il volere di pochi idealisti che percorrono strade a senso unico, continuando ad ignorare la scia delle gravi ripercussioni ambientali e zootecniche.
Si confida che queste considerazioni possano sollevare la necessaria attenzione e sollecitare tutti gli Enti coinvolti ad affrontare seriamente il problema.
Il Sindaco di Malesco
Enrico Barbazza