Una petizione per chiedere al governo di raccogliere l’appello di Papa Francesco e proporre una “Tregua di Natale”, il cessate il fuoco per un mese a partire dal 15 dicembre sul fronte ucraino. La richiesta prevede l’immediata sospensione dell’invio di armi e di truppe ai due eserciti contendenti e l'apertura di un tavolo di trattative che coinvolga non solo la Russia e l’Ucraina, ma anche l’Unione europea, gli Stati Uniti e la Cina per prolungare il più possibile in cessate il fuoco. È quanto propone il Comitato Fermare la Guerra attraverso il suo portavoce, l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Lo segnala agli organi di stampa locali l'omegnese Luigi Songa di Vco Tricolore.
"Questa proposta -così il Comitato- può essere portata al Consiglio europeo, per essere condivisa dal maggior numero possibile di paesi del nostro Continente e alle Nazioni Unite per ottenerne il sostegno e l'offerta ai due contendenti della disponibilità di un intervento dei 'caschi blu' dell'Onu come osservatori e forza di interposizione.
Nella nostra petizione si sottolinea che la situazione militare in Ucraina - oggi in fase di stallo - potrebbe tornare ad aggravarsi con l'immissione in combattimento dei 300 mila riservisti russi in fase di mobilitazione, mentre l'intensa campagna di bombardamenti contro le infrastrutture di approvvigionamento energetico stanno lasciando al buio e al freddo mortale sempre piu' larghe fette della popolazione ucraina.
Oltretutto la vicenda del missile caduto sul territorio polacco, in origine attribuito all'esercito russo e poi accertato come proveniente dall'Ucraina, dimostra che anche solo un incidente puo' far partire una pericolosissima escalation bellica tra la Federazione Russa e l'Alleanza Atlantica.
Infine non si può ignorare che l'economia europea e in particolare quella italiana cominciano a dare i primi evidenti segni di cedimento di fronte alle crescenti difficolta' di approvvigionamento energetico causate dalla guerra e dalla sanzioni contro la Russia, mentre milioni di profughi ucraini stanno per arrivare nei paesi europei aggiungendo un'emergenza sociale e umanitaria alla crisi economica già in atto.
A fronte di tutto questo l'unica traccia di speranza è l'avvicinarsi delle ricorrenze del Natale che coinvolgono tutti i popoli di fede cristiana - dalla Russia all'Ucraina fino ad ogni paese europeo - predisponendoli ad ascoltare con maggiore attenzione gli insegnamenti evangelici di pace e fratellanza".