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Attualità | 16 aprile 2024, 07:20

Anche nel Vco via alla campagna di Salviamo il Paesaggio contro il consumo di suolo

Il comitato provinciale ha diffuso i dati sulle trasformazioni urbanistiche dei comuni interessati, lanciando un allarme

Anche nel Vco via alla campagna di Salviamo il Paesaggio contro il consumo di suolo

Anche nel Vco è in partenza la campagna del Forum Italiano “Salviamo il Paesaggio”, che quantifica la perdita di servizi ecosistemici dovuta al consumo di suolo libero. L’iniziativa, avviata a livello nazionale, coinvolgerà anche tutti i Comuni della nostra provincia che riceveranno una lettera dal comitato locale Salviamo il Paesaggio Valdossola. Nella lettera sarà illustrato il motivo del campanello d’allarme, lanciato dal mondo ambientalista, per una situazione già critica. Basandosi sui dati ufficiali relativi al consumo di suolo, registrati dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) tra il 2006 e il 2022, la lettera riassume in un agevole foglio di calcolo tutte le cifre utili per comprendere rapidamente le trasformazioni urbanistiche avvenute in ognuno dei Comuni italiani in questi ultimi anni.

I Sindaci potranno prendere coscienza degli ettari di suolo naturale consumato nei territori da loro amministrati, della percentuale di superficie comunale impermeabilizzata da cemento e asfalto, del costo annuale in euro derivante dalla perdita di servizi ecosistemici, che finora il suolo libero ha prodotto gratuitamente e h24. Ma si tratta veramente di un grave rischio da scongiurare con urgenza oppure della “solita” litania ambientalista, questa volta dedicata alla cementificazione del suolo libero? La risposta che gli esperti di ISPRA (organo di supporto al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica - MASE) controbattono drammaticamente non è per nulla incoraggiante: oltre al valore del suolo perduto per sempre, è negativo anche il rendiconto economico-finanziario. L’affermazione deriva dal fatto che per rigenerare quegli ex suoli alle loro originarie capacità produttive ed ecologiche occorrono secoli, se non millenni, di processi biologici e pedologici naturali. Non basta, in poche parole, togliere il cemento e aggiungere un po’ di concime. Quel suolo non darà più frutti alle generazioni a noi più prossime, forse a quelle di un lontanissimo avvenire. Per non parlare poi della funzione drenante di un suolo naturale nei confronti delle acque di precipitazione meteorica. Un suolo impermeabilizzato non lascia filtrare la pioggia nel terreno, e un suolo a cui è stato tolto il cemento non purificherà mai più quell’acqua in falde di acqua dolce, adatta alla vita. Quei suoli che stiamo perdendo ogni giorno al ritmo di 2,4 mq/secondo hanno un prezzo.

Per fare qualche esempio, ricavato dal rapporto ISPRA 2023, si può osservare come e dove è incrementato il consumo di suolo nei maggiori capoluoghi del Vco, e qual è la perdita economica in servizi ecosistemici a saldo negativo. Verbania alla fine dell’anno 2022 aveva già consumato 686,3 ettari di suolo (pari a 18,29% del suo territorio comunale, quando la media nazionale è al 7,14%). Per i servizi ecosistemici generati dai suoli naturali si calcola un valore medio di euro 8,80 mq/anno e Verbania, nei sedici anni precedenti il 2023, ha subito una perdita complessiva a debito di 15.935.040,00 euro. A questa somma andranno aggiunti ulteriori costi ambientali per il consumo futuro di suolo, se non avverrà un deciso e non più derogabile cambio di rotta, nel segno dello “stop al consumo di suolo”.

Domodossola, al 2022, aveva già perso 394,85 ettari di suolo, pari al 10,70% del proprio territorio. Il debito economico complessivo dal 2006 al 2022 per l’annullamento dei servizi ecosistemici di quei terreni valeva ben 10.289.400,00 euro. Il dato è destinato a salire di euro 660.000,00 da imputare nel bilancio ambientale di ogni anno a seguire, cui andrà sommata la perdita per consumo suolo 2023 (da accertare), ma solo se in assenza di ulteriore consumo di suolo, altrimenti i costi incrementeranno.

Il record nel calcolo della perdita di servizi ecosistemici (2006-2022) se lo contendono i Comuni di Baveno (17.749.160,00) e di Premia (17.682.280,00); Crevoladossola e Casale Corte Cerro hanno un debito che supera i 9 milioni di euro. Per quanto riguarda invece la quantità di suolo libero consumato, i Comuni del Vco che in percentuale ne hanno perso di più, in rapporto all’estensione del loro territorio, sono: Arizzano (23,23%), il già citato capoluogo di Provincia (18,29%), Gravellona Toce (16,23%), Villadossola (14,97%), Baveno (13,49%), Piedimulera (12,99%), Omegna (11,52%) e Cambiasca (10,09%), quando la media nazionale è al 7,14%.

Sono questi i principali motivi per i quali Salviamo il Paesaggio reputa di estrema urgenza l’approvazione di una legge nazionale sul consumo di suolo. A dirla tutta, è in gioco anche l’abbruttimento del paesaggio di queste vallate che affidano al turismo gran parte del loro avvenire. Quale turista sceglierà una meta di soggiorno o di vacanza in luoghi che hanno perso il loro decoro naturale, la loro dignità di montagna, simbolo di purezza e di genuinità, il loro prestigio di aree verdi in armonia con il Creato, conservato con cura e per secoli dai padri, per far posto invece ad alti capannoni grigi e squadrati, per lo più vuoti o sovradimensionati, linee elettriche aeree in alta tensione, cave senza condivisibili progetti di recupero ambientale, centri commerciali come se non ci fosse un domani, posteggi, enormi piazzali per la logistica dei container, muri di calcestruzzo o in blocchi di serizzo, e strade asfaltate per andare a motore ovunque, anche in cima ai monti? La lotta al dissesto idrogeologico e la rigenerazione delle falde acquifere per uso potabile, o quella urbana per il recupero del patrimonio immobiliare esistente e abbandonato, non sono forse argomenti da prendere per le corna una volta per tutte, senza più rinvii, condoni, deroghe, o giochetti di partito?

Nei giorni 11 e 12 maggio si terrà alla Casa Ceretti di Intra l’assemblea nazionale del Forum Salviamo il Paesaggio, ai cui ideali hanno aderito 800 associazioni di protezione ambientale, comitati territoriali, singoli cittadini, donne e uomini con competenze specifiche in tema di suolo, per chiedere al Parlamento, al Governo, alla politica anche locale, la risoluzione di un’emergenza che non può più essere disattesa o fraintesa, ora che anche l’Unione Europea se ne sta occupando in modo convinto e deciso: il consumo di suolo in Italia. La situazione e il da farsi verranno valutati in assemblea. Tutti sono invitati a partecipare con iscrizione obbligatoria.

Comunicato Stampa

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