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Attualità | 11 luglio 2024, 21:15

Nessuna certezza sul futuro delle strutture della Cappuccina FOTO E VIDEO

I vertici dei frati hanno incontrato i fedeli, ma dall'incontro non sono emerse, al momento, risposte concrete

Nessuna certezza sul futuro delle strutture della Cappuccina FOTO E VIDEO

 

Quasi due ore di confronto, a tratti con toni accesi, ma sempre nel rispetto dei frati intervenuti per spiegare le ragioni della 'dolorosa' scelta di chiudere il convento della Cappuccina. Quello andato in scena nel tendone della struttura sportiva del bar La Rivincita è stato un momento di confronto tra i vertici dei frati cappuccini e la comunità del quartiere. Un lungo applauso è stato tributato a padre Vincenzo, scomparso da poche settimane e che i fedeli hanno voluto ricordare all'inizio dell'incontro.

Padre Roberto Rossi Raccagni, Provinciale dei Cappuccini di Torino-Alessandria, ha esordito spiegando che: “Comprendiamo il vostro dispiacere, per noi è una decisione sofferta “. “Siamo consapevoli del bene che Padre Michelangelo, padre Vincenzo, padre Fausto e tutti i frati, hanno fatto per il quartiere in 70 anni” ha sottolineato fra Roberto ricordando anche le suore di San Giuseppe che sono andate via 10 anni fa “hanno lasciato un segno”.

Fra Roberto ha spiegato le ragioni che spingono alla chiusura, sottolineando la mancanza di vocazioni e la mancanza di frati. Un problema che tocca l'ordine in tutta Europa. “Ho sentito tante cose non vere in questi giorni, nessuno ci ha cacciati, è una scelta nostra” ha voluto sottolineare il frate spiegando che negli ultimi 4 anni 15 frati sono morti e sono arrivati solo 3 novizi”.

“E' prematuro dire cosa sarà delle proprietà” ha continuato fra Roberto riferendosi al Treno dei Bimbi, a Casa Letizia, alla struttura sportiva e all'asilo. “Faccio appello a voi per far sì che possa continuare ciò che hanno costruito i frati, posso però dire che che se vi hanno comunicato la passione questo continuerà” ha detto il frate.

Tante le persone intervenute tra i presenti che a gran voce e in più riprese hanno chiesto che fine farà tutto questo. “Torneremo ad essere Abissinia o rimarremo Cappuccina?” ha sottolineato una fedele ricordando gli albori del quartiere marginale all'epoca per la città, e cresciuto e diventato parte integrante di Domo grazie proprio alla presenza dei Cappuccini.

Tra gli interventi anche quello del sindaco di Baceno Andrea Vicini, interessato per via del Treno dei Bimbi nel suo Comune: “Senza i frati verrebbe aa mancare quella parte importante che serve a tenere uniti e a mandare avanti quella realtà”.

La grande paura dei presenti è che ci sia già una decisione di vendere tutto, ma nessuna conferma è arrivata dai frati, che anzi hanno continuato a sottolineare che ancora nulla sia stato deciso. La volontà di alcuni presenti è quella di portare ai frati una proposta di una fondazione che possa farsi carico della gestione delle strutture. Un tentativo di salvare il salvabile mantenendo il fine sociale per il quartiere e per la città, certo è che per i fedeli la chiusura del convento e la partenza dei frati tra un anno sarà un vero e proprio colpo alla storia di chi quelle strutture, a partire dalla chiesa, ha aiutato a costruirle.

Tutto pare rimandato a dopo l'estate quando la Diocesi e l'ordine francescano delineeranno il futuro di parrocchia e strutture.

 

Redazione

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