‘’L’Italia vende armi all’Ucraina, a Israele e le ha vendute alla Russia. Come può sedersi ad un tavolo per chiedere la pace?’’. E’ la domanda che conclude l’intervento di don Renato Sacco, parroco di Cesara, ex coordinatore nazionale ed oggi consigliere nazionale di Pax Christi. E’ lui a chiudere il confronto tenutosi ieri sera alla Lucciola di Villadossola, prima della ‘pastasciutta antifascista’ organizzata dall’Anpi di Villa, dall'Anpi provinciale e dalla Fondazione Novecento. Che ha visto 350 persone ai tavoli dell’area feste per la cena, preceduta, come dicevamo, dal confronto tra don Renato, Attilio Fasulo, sindacalista della Cgil e Franco Chiodi, presidente provinciale dell’Anpi.
Un confronto che non ha risparmiato critiche. Le prime al Governo, ma non solo . ‘’Il ministro della Difesa Crosetto – ha detto don Renato Sacco - si è arrabbiato con la Nato non per mettere in discussione l’uso delle armi o perché c’è la guerra, ma perché a guidare la Nato oggi è stato chiamato uno spagnolo. Insomma una questione di interessi...’’.
Ma ha anche evidenziato come con Cameri, l’Italia sia con Stati Uniti e Giappone, la nazione dove vengono costruiti i caccia F35. Operazione ancora di recente sparata a tutta pagina da un quotidiano. E di come l’Italia produca bombe che vengono usate su diversi teatri di guerra. Non ha risparmiato le banche per essere coinvolte nel ‘business’’ delle armi . ‘’Tutto legale , per l’amor del cielo, – dice – ma poi è la stessa banca che dà il 5,6 per cento di interessi ai conti correnti dei parlamentari italiani’’. Don Renato ha ricordato che raggiungere il 2 per cento del prodotto interno lordo per la spesa militare ''equivale a una spesa di 104 milioni al giorno''.
Anche Attilio Fasulo, della Cgil, ha toccato il tema degli F35 che ’nascono’ a Cameri, ricordando la manifestazione fatta nel 2006, quando iniziò la fabbricazione nella base novarese: ‘’Si fece una manifestazione: eravamo in 15 e tra questo don Renato. Già allora dissi che era un investimento inutile e che avevamo bisogno di ben altro. Oggi questa produzione finalizzata a costruire aerei che uccidono le persone è stata addirittura implementata’’.
Ha toccato i problemi del mondo, come la guerra, e parlato della crisi della democrazia. ‘’La Cgil sul tema lavoro sta aprendo degli spiragli’’ ha detto ricordando che sono già 4 milioni le firme raccolte per il referendum sul lavoro ‘’mondo nel quale abbiamo milioni di persone precarie, in condizioni economiche drammatiche’’. Come ‘’inaccettabili – ha aggiunto – sono le mille morti sul lavoro all’anno: è come avere una guerra in casa’’.
L’altra sfida, l’ha definita, ‘’è quella dell’autonomia differenziata. Un’idea che porterà ad un Paese frammentato, con 20 sistemi sanitari diversi, 20 sistemi scolastici diversi, quindi alla disgregazione dello Stato’’.
La serata è servita alla Cgil proprio per raccogliere firme per il referendum sul lavoro, una iniziativa promossa proprio assime all'Anpi che sostiene anche il referendum sulla autonomia differenza.