Di origine alessandrine, padre Vincenzo Coscia si era spento lo scorso 31 maggio a Genova all’interno della comunità dei frati francescani dove era ricoverato per curarsi dalla sua malattia. A Domodossola è arrivato giovanissimo, nel 1966, subito dopo la sua ordinazione sacerdotale. Ha trascorso molti decenni alla Cappuccina ed è stato il braccio destro di padre Michelangelo Falcioni nelle numerose attività che comprendevano la parrocchia, l’asilo, la casa del fanciullo e la Madonnina, che all’epoca ospitava quei figli di genitori emigrati in Svizzera, poco al di là del confine. Per i Cappuccini si occupava attivamente della Radio San Francesco, del suo teatro ma soprattutto del mitico Treno dei bimbi di Osso di Croveo, il villaggio nei boschi a cui padre Vincenzo Coscia è rimasto legato tutta la vita e per il quale fino alla fine si è speso.
Proprio per questo, il Treno dei Bimbi gli rende omaggio: nella mattinata del 1° settembre è stata infatti posata una piccola cappella all’ingresso principale del trenino, per ricordare la figura di padre Vincenzo, una delle colonne portanti del Treno dei Bimbi. “Una figura così determinante e allo stesso tempo indispensabile – commenta Germano Bacchetta, ex ragazzo della casa del fanciullo - che ha trasmesso negli anni quel senso di fede, dolcezza e di grande benevolenza fraterna. Di lui resteranno le numerose opere che ha contribuito a costruire con fatica in questi lunghi anni, ma soprattutto resterà per sempre il meraviglioso esempio, uno dei motivi validi per non far chiudere il mitico Treno dei Bimbi, quel senso di libertà e di legami duraturi, che merita ancora oggi di poter continuare il suo lungo viaggio iniziato nel 1966 e di essere preservato per le future generazioni”.