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Sanità | 03 giugno 2025, 17:00

Ospedale unico, il comitato salute attacca Riboldi: “I sindaci si sono già espressi, ora basta ambiguità”

Saluve Vco ricostruisce dieci anni di decisioni, rinvii e contraddizioni: “Chiedere oggi l’aiuto è un tentativo di scaricare responsabilità. Il Dea deve essere uno solo e baricentrico”

Ospedale unico, il comitato salute attacca Riboldi: “I sindaci si sono già espressi, ora basta ambiguità”

“Siamo stupiti”.  Così esordisce il Comitato Salute Vco in un comunicato, in risposta all’intervista rilasciata dall’Assessore regionale alla Sanità Riboldi e pubblicata su un quotidiano locale, dove si invitavano i sindaci del Vco a “partecipare alla scelta sugli ospedali”. “Il titolo è chiaro – scrivono – ma lascia allibiti. I casi sono due: o l’assessore ha la memoria corta oppure non conosce la storia sanitaria di questo territorio dal 1995 in avanti. Eppure è tutto documentato. E lo riassumiamo noi”.

Il Comitato ripercorre quindi, punto per punto, le tappe salienti della vicenda ospedaliera del Vco. A partire dal 2014, con la delibera 1-600 che stabiliva la presenza di un solo Dea in provincia, fino al 2015, quando – ricordano – “l’allora Presidente della Regione propose la costruzione di un nuovo ospedale a Ornavasso, lasciando ai Consigli comunali la decisione”. Decisione che arrivò, con l’approvazione a maggioranza e la firma del Protocollo d’intesa il 14 novembre dello stesso anno.

Il Comitato sottolinea come “nel 2019 il progetto fosse pronto, approvato, finanziato e appaltato”, ma tutto venne bloccato “con l’arrivo della nuova Giunta, che assecondò le posizioni di chi da sempre si è opposto all’ospedale unico, senza però offrire alcuna alternativa concreta”. “Il 26 ottobre 2019 – proseguono – il Presidente e l’Assessore in carica dichiararono pubblicamente la morte del progetto Ornavasso, nonostante che pochi giorni dopo l’Assemblea dei sindaci lo avesse confermato a maggioranza”.

Nel 2020, scrive ancora il Comitato, “si tentò maldestramente di sostenere l’ipotesi Domodossola-Siberia, naufragata nel ridicolo”. E nel 2021 fu lo stesso studio commissionato dalla Giunta regionale a Ires Piemonte a escludere come non efficace la ristrutturazione dei due presidi attuali, definendola un intervento che “non migliorerebbe alcuna criticità”.

Il racconto prosegue fino al 2022, quando – ricordano – “il presidente Cirio annunciò la ristrutturazione dei due ospedali, con 100 milioni ciascuno. Ma anche questa proposta venne bocciata dalla stragrande maggioranza dei Sindaci: il primo luglio 2023 furono 52 su 70 presenti a dire no, evidenziando che demolire e ricostruire due ospedali è un’operazione folle”. “Eppure – sottolineano nel comunicato – il Consiglio regionale, ignorando questo voto, approvò ugualmente il piano il 22 giugno 2023, rendendolo definitivo”. La delibera attuativa, ricordano, fu firmata a settembre 2024.

“Nel frattempo – aggiungono – ben 170 medici e 46 Sindaci hanno sottoscritto un appello a favore dell’ospedale unico. E anche gli studi – uno commissionato prima delle elezioni regionali e mai pubblicato, l’altro realizzato dall’Università Bocconi – portano alla stessa conclusione: un solo ospedale, baricentrico, moderno”.

Il Comitato poi non risparmia critiche per l’attuale assessore, che – scrivono – “ha tenuto nel cassetto per tre mesi la lettera del Ministero che approva il piano regionale del 2023. Perché? Forse per far credere che ci fosse ancora margine per la doppia soluzione. Ma la verità è che la Dgr 1-600 del 2014 è tuttora valida, e prevede un solo Dea. E un solo Dea vuol dire un solo ospedale. Dopo anni di prese in giro  ci si viene a dire che i sindaci vanno coinvolti. Ma per fare cosa? Cercate alleati o complici? L’unica scelta possibile è quella dell’ospedale unico, dove concentrare risorse e specialità, per offrire servizi efficienti e non perdere altri pazienti”.

Il Comitato evidenzia infine le criticità economiche dell’attuale sistema sanitario: “I conti della sanità piemontese sono in rosso, e la nostra Asl non fa eccezione. Parlare di due ospedali è irresponsabile. E mentre l’Assessore nicchia sul futuro del punto nascite del San Biagio, noi chiediamo solo una cosa: serietà”. E concludono: “L’assessore aiuti i cittadini, non il sottosegretario. È tempo di scelte vere, non di giochi politici. Il Vco merita rispetto. E un solo ospedale, baricentrico e funzionante, è l’unica strada percorribile”.

a.f.

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