Anche nel Vco si torna a parlare di morti sul lavoro, in particolare dopo la tragedia avvenuta pochi giorni fa a Calasca Castiglione, dove un operaio forestale ha perso la vita mentre era impegnato nella pulizia di un sentiero. Secondo i dati dell'Osservatorio Vega di Mestre, gli incidenti mortali sul luogo di lavoro sono in costante aumento: sono quasi 300 i decessi nei primi quattro mesi del 2025, per la precisione 291, delle quali 211 in occasione di lavoro (5 in più rispetto ad aprile 2024) e 80 in itinere, nel percorso casa-lavoro (18 in più rispetto ad aprile 2024), ovvero + l'8,6% rispetto allo scorso anno.
Piemonte quarta regione con 17 casi
In questa particolare classifica seguono poi Piemonte e Sicilia (17), Toscana (16), Puglia (14), Lazio (13), Emilia-Romagna (10), Trentino-Alto Adige (9), Abruzzo (8), Umbria (7), Basilicata (6), Liguria e Calabria (5), Marche (4). A chiudere la graduatoria Friuli-Venezia Giulia (3), Sardegna, Molise e Valle D’Aosta (1).
Il Piemonte si trova in zona arancione, quella che raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le più elevate a livello nazionale. A fine aprile 2025, il rischio di infortunio mortale in Piemonte (9,2 morti per milione di occupati) risulta superiore alla media nazionale (8,8).
Dati preoccupanti non solo a livello nazionale, ma anche per quanto riguarda i singoli territori. La provincia del Verbano Cusio Ossola, infatti, si trova in zona rossa, con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale. L’osservatorio Vega ha registrato nel Vco un indice di incidenza pari a 14,8, con un caso di morte sul lavoro nel 2025 su un totale di 67.794 occupati.
I numeri dell'Osservatorio di Mestre
L’incidenza più elevata si registra nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (19,2) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (14,8), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 15 e i 24 anni (9,6). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (79 su un totale di 211). Lo rileva un'indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre.
Tra le varie evidenze spicca il numero delle donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 12, mentre 16 hanno perso la vita in itinere. In totale sono 28 le donne decedute nel primo quadrimestre (circa 47,5% in più dello scorso anno).
Inoltre, gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 39 su 211, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere due volte superiore rispetto agli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 15,5 morti ogni milione di occupati, contro l’8,0 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.
Dei 39 stranieri deceduti in occasione di lavoro, 19 sono quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. In totale sono 58 vittime straniere su 291 (quasi il 20%). Le denunce dei lavoratori stranieri sono 38.143 su 192.253 (circa 1 su 5), mentre sono 32.514 le denunce dei lavoratori stranieri registrate in occasione di lavoro su un totale di 164.050.
Nel settore delle costruzioni 31 vittime
Alla fine di aprile 2025 il settore più colpito è quello delle Costruzioni, con 31 decessi in occasione di lavoro, seguito da Trasporti e Magazzinaggio (30) e Attività Manifatturiere (29).
Il venerdì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo quadrimestre dell’anno (21,3%). Seguito da lunedì e martedì (20,4%).
Sul podio della insicurezza alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (34). Seguono: Veneto (21) e Campania (19).