Prosegue il dibattito sul tema della sicurezza dei ciclisti sulle strade del Vco. Dopo il tragico incidente in cui ha perso la vita Deborah Rolando, sono arrivate da più fronti richieste di maggiori investimenti tanto sulla sicurezza quanto sull’educazione stradale per gli automobilisti. Sul tema interviene nuovamente il dottor Giorgio Arrigoni, appassionato ciclista e medico dello sport, che questa volta sottolinea come, nella gran parte dei casi, anche un importante investimento come quello della provincia del Vco nella realizzazione di piste ciclopedonali non possa purtroppo risolvere il problema della sicurezza. Di seguito le sue parole.
“Opera meritoria quella della provincia che, pur sempre in scarsezza di risorse economiche, cerca di portare a termine la rete ciclopedonale provinciale. Ma anche una ottima rete ciclopedonale non risolverà completamente il problema della sicurezza stradale di noi ciclisti.
Le ciclopedonali o ciclovie sono infatti manufatti progettati e realizzati per un utilizzo da parte di cicloescursionisti dotati di biciclette tipo “gravel” o “mountain bike”. A causa della loro struttura non sono assolutamente pensate per un utilizzo da parte di biciclette stradali. Anzi il loro utilizzo, specie a velocità superiori ai 20 km/h, ne è fortemente sconsigliato.
Questo perché sulle suddette ciclopedonali possono circolare liberamente anche pedoni, runners ed anche persone che passeggiano con animali, specie cani. La convivenza tra ciclisti e pedoni e runners non ha, a mia conoscenza, dato mai problemi relazionali, essendo tutti consapevoli dei diritti e doveri di entrambe le categorie, accomunate da una sana passione per lo sport.
Stessa cosa non si può dire dei proprietari di animali che oltre a lasciare qualche “ricordino” sparso sul sedime senza raccoglierlo, come disposto dalla legge, alle volte rappresentano un vero pericolo per la sicurezza dei ciclisti a causa di animali tenuti senza guinzaglio o all’opposto con guinzagli talmente laschi da occupare l’intera larghezza del sedime della ciclopedonale. E vi assicuro che un frontale anche solo a 20 km orari con un ostacolo di questo tipo può portare a serie conseguenze per la propria incolumità e per quella del proprio mezzo.
Le biciclette stradali invece possono raggiungere velocità notevoli e sono concepite anche per un utilizzo sportivo agonistico, lasciando ovviamente alla responsabilità del ciclista la gestione del mezzo.
Comunque, il codice della strada in Italia non obbliga i ciclisti, anche in presenza di una “ciclopedonale”, al suo utilizzo. L’obbligo esiste solo quando è esplicitamente prescritto in caso di “ciclabili” (non “ciclopedonali”) di solito affiancate a strade di intenso traffico e comunque espressamente riservate solo ai ciclisti. Da notizie in mio possesso, questa tipologia di ciclabile non esiste in Italia, ma solo in alcuni paesi esteri, specie del nord Europa.
Ecco perché anche la migliore rete “ciclopedonale” non potrà eliminare i ciclisti con bici stradali dal nostro territorio, come forse alcuni spererebbero….
La sicurezza di noi ciclisti può derivare solo dalla educazione e dalla civiltà degli altri utenti della strada, ben consapevole del fatto che anche il ciclista deve rispettare le regole.
Ma la regola non è quella con la quale alcune volte mi sono sentito apostrofare da automobilisti maleducati (e cito testualmente): “togliti dalla strada che mi dai fastidio, altrimenti ti ammazzo...”. Questo è il Far West citato nella mia precedente missiva!!!”.