"Decidere! E in fretta!". Il senatore ossolano Enrico Borghi, vicepresidente nazionale di Italia Viva, non molla l'osso sulla vicenda sanità, e torna ad incalzare la Regione Piemonte sulla vicenda del nuovo ospedale. Lo fa nella sua consueta rubrica "Note Rocciose", ospitata dai Settimanali della Stampa Diocesana Novarese.
Scrive il parlamentare: " E' la nostra saga. Quasi meglio di quella di "Guerre Stellari". Va avanti da trent'anni tra colpi di scena, rovesciamenti di fronte, cambi di scenario, maggioranze trasversali che si mischiano, luoghi che vengono decisi e poi mollati, posizioni che vengono assunte in maniera tetragona e che poi si sciolgono come il ghiaccio a ferragosto.
Stiamo parlando, e non poteva essere diversamente, della "saga sanità" del Verbano Cusio Ossola.
E lo facciamo, nonostante quanto ci eravamo ripromessi, perchè è arrivata sul tavolo in maniera formale una novità: lunedì a Torino, la IV commissione del Consiglio Regionale -quella dedicata alla sanità- ha votato di sospendere la validità della delibera assunta dalla giunta Cirio di realizzare la ristrutturazione degli ospedali San Biagio di Domodossola e Castelli di Verbania per indirizzarsi verso un nuovo ed unico ospedale. Ora la palla passa al Consiglio Regionale, e già si avvertono i mal di pancia interni alla maggioranza (la Lega ha sempre avversato l'idea del plesso unico) mentre convergerebbero sulla soluzione le minoranze di centrosinistra (Pd, 5 Stelle e Italia Viva)."
Prosegue il senatore ossolano: "Un "game change", insomma, dopo anni di allineamento -e polemiche- sulla linea del salvataggio dell'idea dell'ospedale unico su due plessi (inventata a suo tempo dal centrosinistra e dalla giunta Bresso a metà degli anni Dieci del Duemila per cercare di salvare il salvabile nonostante molte tensioni interne e dissensi tra cui, per onestà intellettuale, quello del sottoscritto che fin dal 2001 ha votato tutte le soluzioni per la realizzazione dell'ospedale unico e nuovo) che aveva affossato l'idea del nuovo nosocomio provinciale ad Ornavasso, decisa dalla giunta Chiamparino e avversata da subito dal fronte di destra.
Il cambio di orizzonte si è reso necessario dopo che il ministero della sanità, con due pronunciamenti, ha scoperto l'acqua calda, e cioè che l'ormai mitico Decreto Ministeriale 70 -quella sulla quale si sono riorganizzate le reti ospedaliere di tutta Italia- nega la deroga richiesta dalla Regione Piemonte di mantenere due Dipartimenti di Emergenza e Urgenza nel VCO, attestando che in base ai numeri nel territorio ci può essere un solo ospedale che può mantenere il DEA. Il DM70 esiste da 2 aprile 2015, sulla sua scorta si è riorganizzata l'assistenza ospedaliera in tutta Italia, stabilendo standard organizzativi e strutturali per gli ospedali mettendo al centro qualità, efficienza ed efficacia. Bastava leggerlo, per capire che saremmo arrivati a questo punto. Era su questa base che il 16 ottobre 2015 si realizzò l'accordo di programma per l'ospedale unico di Ornavasso. Poi si è messa in gioco la demagogia, il campanilismo e il populismo, e il VCO ha perso dieci anni secchi. Con tanto di emigrazione e turismo sanitario permanente fuori zona ogni volta che serve qualche intervento specialistico, come attestano i dati della mobilità passiva dei pazienti che "cubano" nel bilancio dell'ASL in termini di perdita."
E qui arriva la stoccata finale, in cui tira in ballo apertamente la Regione Piemonte:
"Ora si dice che occorra un anno a decidere il nuovo sito, e qualcuno in cauda venenum ha fatto inserire nella delibera regionale che se non si deciderà tutto tornetà come prima, magari privatizzando il servizio. I cassetti della Regione Piemonte sono pieni di studi, varianti ai piani regolatori, analisi, documenti, approfondimenti, piani e via discorrendo sulla localizzazione del nuovo ospedale. Basta leggerli. Si dice che si vuole ascoltare il territorio. Lodevole intento. Peccato che quando il territorio si è espresso nelle conferenze dei sindaci, Torino si è tappata più volte le orecchie. Ora, anche per non assecondare qualche malalingua torinese che spiffera come tutto si potrebbe arenare in caso di ascesa romana di Cirio, va fatta una cosa sola: decidere. E in fretta!"














