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Attualità | 22 marzo 2021, 17:20

La stampa diocesana si scaglia contro i manifesti in difesa della pillola abortiva

Nei giorni scorsi sono stati affissi anche nel Vco dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) con la gigantografia di Alice Merlo e la scritta “Aborto farmacologico: una conquista da difendere”

La stampa diocesana si scaglia contro i manifesti in difesa della pillola abortiva

Dopo i manifesti comparsi in tante città italiane e anche nel Vco dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) con la gigantografia di Alice Merlo e la scritta “Aborto farmacologico: una conquista da difendere”, sui settimanali diocesani sono stati pubblicati venerdì due articoli a firma di Andrea Gilardoni. Il servizio giornalistico offre uno spunto di riflessione sul tema e rileva la necessità che le comunità realizzino una pastorale familiare. Dagli articoli traspare l'invito ai cristiani a testimoniare la bellezza della vita come dono.

"Quello che mette in gioco il manifesto almeno in prima battuta, non è più il diritto delle donne ad una scelta libera sull’interruzione di gravidanza. In realtà – scrive Gilardoni - il messaggio che lancia la campagna è ancora più preoccupante. Perché la battaglia per i diritti anche se accesa e alimentata dall’individualismo più radicale – ha sempre in qualche misura una dimensione sociale. Ma qui il tema di fondo non è più la difesa di un supposto diritto. È l’efficacia e la sicurezza della pillola Ru486. E le “conquiste” di cui parla sono colorate di un positivismo quasi ridicolo, se non fosse inquietante. Il mifepristone (il principio attivo della pillola) è una “meravigliosa scoperta scientifica”. Dimenticandosi che in realtà è una molecola sintetica sviluppata apposta per svolgere la funzione abortiva".

Gilardoni parla anche della responsabilità della comunità ecclesiale «Se con i Centri di Aiuto alla Vita e le Caritas parrocchiali – scrive - non ha mai smesso di accompagnare le future mamme in difficoltà (insieme al dolore delle donne che hanno abortito), è forse stata latitante sul tema della formazione e della proposta della riflessione».

Un articolo riporta un'intervista a Margherita Lavatelli, condirettrice dell’ufficio per la famiglia della diocesi. Lavatelli si sofferma sulla necessità che le comunità realizzino una pastorale familiare. Anche il parroco e vicario territoriale dell'Ossola don Vincenzo Barone ieri al termine della messa ha invitato i fedeli ad approfondire il tema leggendo gli articoli del settimanale diocesano e a tal proposito ha messo a disposizione dei fedeli alcune copie gratuite del giornale.

Mary Borri

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