Dopo quelli ossolani e ticinesi al Giro d'Italia, anche gli allevatori dei Grigioni e del Vallese hanno protestato lungo il tracciato di un'importante competizione ciclistica. Il problema, per i pastori, è la gestione dei lupi e dei grandi predatori sulle Alpi. Striscioni e slogan sono apparsi durante l'ultimo Tour de Suisse.
“Il Tour de Suisse mostra agli spettatori la bellezza del nostro paese. Abbiamo approfittato di quest’occasione per attirare, con un'azione pacifica, l'attenzione dell’opinione pubblica sugli sviluppi spiacevoli del proliferare di lupi e grandi carnivori sulle Alpi. Lungo il percorso nei cantoni Ticino, Vallese, Uri e Grigioni abbiamo espresso la nostra preoccupazione attraverso lo slogan 'Save the Alps - Retten wir die Alpen - Salvain las Alps - Salviamo le Alpi' e con striscioni. Lo scrivono Rico Calcagnini, Germano Mattei, Guido Walker delle associazioni svizzera e grigionese per la protezione del territorio dai grandi predatori e del Komitee Pro alpine Kulturlandschaft.
“La nostra azione di solidarietà verso gli allevatori -spiegano- è diretta contro la diffusione incontrollata dei grandi predatori, specialmente dei lupi, ancor oggi rigorosamente protetti in tutto l'arco alpino. Questa realtà ha conseguenze devastanti per l'agricoltura alpina, l’alpicoltura, la cultura rurale, la vita di campagna e il turismo”.
“La preoccupazione dei pastori in tutta la regione alpina è grande” sottolineano. “I nostri colleghi italiani dell’Ossola e ticinesi -proseguono- hanno già richiamato l'attenzione sulla preoccupante situazione nei paesi alpini alla tappa del Giro d'Italia del 29 maggio 2021. Solo in Svizzera, 913 animali da allevamento sono stati ufficialmente vittime di attacchi di lupi nel 2020. In Francia, la cifra fu di ben oltre i 10.000 capi. Questo nonostante i grandi sforzi profusi per la protezione delle greggi. Ma i problemi non sono in crescita solo in campo agricolo, direttamente e indirettamente sono colpiti anche la vita di campagna e sempre più i dintorni delle Città e il turismo. I lupi penetrano nei nostri villaggi, sulle piste di sci di fondo e da sci e sui sentieri escursionistici si trovano carcasse di animali sbranati. Le misure di accompagnamento comprendono recinzioni massicce, cani da guardiania aggressivi, onerose deviazioni di sentieri e telecamere della fauna selvatica che ti riprendono al lavoro e nelle attività ricreative, solo per citare alcuni dei problemi concreti. Il risultato sono mandrie di mucche nutrici, greggi di capre e pecore sconvolti e compromessi nel loro ciclo vitale a causa di problemi quali aborti ed infertilità”.
“Chiediamo -concludono- il rispetto delle preoccupazioni delle nostre popolazioni. Auspichiamo che la Svizzera e gli altri paesi alpini possano gestire finalmente la loro fauna selvatica e dei Grandi Predatori in modo che non danneggino i singoli cittadini nelle loro attività rurali, né lo stesso patrimonio socio-culturale del territorio alpino”.