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Attualità | 11 settembre 2024, 18:25

Consegnate a Roma le firme per scongiurare la chiusura del convento dei cappuccini domesi

Un gruppo di fedeli, accompagnati dal sindaco di Baceno Andrea Vicini, è stato accolto dal segretario del padre generale dei frati

Consegnate a Roma le firme per scongiurare la chiusura del convento dei cappuccini domesi

I parrocchiani stanno tentando ogni azione possibile per far rimanere i frati alla Cappuccina. La raccolta firme per fermare la loro partenza, che dovrebbe avvenire il prossimo anno a settembre a causa della crisi di vocazioni dei frati francescani, è arrivata a Roma. Una delegazione di parrocchiani, con loro anche il sindaco di Baceno Andrea Vicini ,oggi pomeriggio, è stata ricevuta dal segretario personale del padre generale Roberto Genuin, Massimo Rosina.

A padre Rosina i parrocchiani hanno consegnato le 3400 firme raccolte. Nella petizione chiedono che i frati cappuccini non abbandonino la Cappuccina e continuino ad esercitare la loro attività nel quartiere creato da padre Michelangelo e al Villaggio del Treno dei bimbi. Il primo cittadino di Baceno fin dà subito ha offerto il proprio sostegno ai parrocchiani, il paese si sente particolarmente coinvolto in questa scelta in quanto nella frazione Croveo si trova un'importante opera gestita dai frati: il villaggio del treno dei bimbi.

”L'incontro è andato bene – spiega Elia Macrì un'esponente della delegazione- con le firme abbiamo consegnato anche una lettera e i volumi con la storia della Cappuccina scritti da Antonio e Luca Ciurleo. Il colloquio è durato un'ora, ci ha ascoltati con molto interesse, riferirà al padre generale che non ha potuto essere presente in quanto da poco si sono svolte le elezioni che hanno visto per lui la riconferma a padre generale. Il padre generale - continua Elia - ci farà sapere cosa si può fare. Padre Rosina è stato molto gentile e al termine ci ha offerto il caffè”. “Siamo stati ascoltati con attenzione – ha detto il sindaco di Baceno – e padre Rosina ha condiviso il nostro dispiacere e recepito le nostre richieste, speriamo”.

Mary Borri

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