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Attualità | 16 gennaio 2025, 16:30

Da Mittelruck al K2, l'impresa di Tommy Lamantia FOTO

L'alpinista è stato ospite del teatro La Fabbrica per raccontare la salita alla seconda vetta più alta al mondo

Da Mittelruck al K2, l'impresa di Tommy Lamantia FOTO

La passione per la montagna, che traspare in ogni parola del suo racconto. Un racconto che ha come filo conduttore l’entusiasmo, che Tommaso Lamantia, accompagna con il sorriso. Con quella modestia che ne fa di lui un alpinista molto apprezzato. Anche quando tenta addirittura sminuire le sue doti e capacità nel portare a termine l’impresa, parlando semplicemente di “situazione favorevole”.

“Il giorno che ero in cima al K2 era il giorno perfetto, non c’era vento: era il giorno perfetto per andare in cima” ha detto sabato sera alla Fabbrica di Villadossola, davanti ad una sala gremita. Un’impresa non da poco, lo vogliamo invece rimarcare noi, questa compiuta da Tommy, come lui stesso ama farsi chiamare dagli amici, tagliando corto su quel “Tommaso Sebastiano” dell’anagrafe. Ebbene Tommy lo scorso 28 luglio è salito sul K2, la seconda vetta più alta del mondo, in solitaria e senza ossigeno supplementare. Un’impresa effettuata quasi allo scoccare del 70esimo anniversario della prima salita avvenuta il 31 luglio 1954 e che quindi assume ancora più significato.

Da Varese al K2, passando per il Cerro Torre, dove l’alpinista luinese ha lasciato il segno, salendo anche quest’altra cima emblematica. Un alpinista completo, volontario del soccorso alpino di Varese. Ma dalla sua Luino lo sguardo va spesso oltre il lago Maggiore, per approdare all’Ossola, quella terra che ritiene in un certo senso la sua seconda casa. Qui, sulle alture di Villadossola, con Fabrizio Manoni e Luca Moroni ha aperta una dura via di roccia, la “Rück n Roll”, alla parete est del Mittelrück, il Pizzo Loranco: un’altra montagna emblematica dell’alpinismo ossolano; un’altra grande impresa, di un alpinista che ha regalato tante emozioni a Villadossola, in una serata da incorniciare, organizzata dalla locale sezione del Cai, che quest’anno festeggia l’ottantesimo di fondazione. 

Marco De Ambrosis

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