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Attualità | 18 luglio 2025, 12:00

Castello di Vogogna, Acoi: "Dispiacere e rammarico, con l'amministrazione collaborazione difficile"

"Poco corretto far ricadere sulle associazioni di volontariato il risanamento dei disavanzi del bilancio comunale"

Castello di Vogogna, Acoi: "Dispiacere e rammarico, con l'amministrazione collaborazione difficile"

Non si placano le polemiche sulla gestione del Castello di Vogogna, di cui l’associazione Acoi ha lasciato la guida pochi giorni fa. Dopo un comunicato dell’amministrazione comunale, diffuso con l’intenzione di fare chiarezza sulla vicenda, anche Acoi torna ora sul tema per fornire la propria versione dei fatti. Di seguito il testo integrale del comunicato.

“È con dispiacere e rammarico che il direttivo dell’Associazione Culturale Ossola Inferiore (Acoi) ha letto il comunicato stampa diffuso dal comune di Vogogna in data 15 luglio. Dispiacere e rammarico perché il suo contenuto non corrisponde alla realtà dei fatti e mette in cattiva luce l’associazione e il suo operato. Occorre fare una sintetica cronistoria degli sviluppi di questa spiacevole vicenda.

 1. In data 26 febbraio l’amministrazione comunale convocava il consiglio direttivo di Acoi in una riunione nella quale comunicava l’intenzione, per ragioni di bilancio, di modificare unilateralmente la convenzione in essere, stipulata il 17 marzo 2023 con la precedente amministrazione Stefanetta. Le modifiche riguardavano:

• il trasferimento delle spese di utenze dal comune all’Acoi;

• l’aumento della quota versata da Acoi al comune per ogni biglietto di ingresso staccato al Castello: non più 0,50 euro come previsto dall’articolo 7 della Convenzione, bensì 1,00 euro;

• la volontà dell'amministrazione di gestire in prima persona l’ufficio turistico, sottraendolo ad Acoi che se ne era occupata fino ad allora a costi zero per il comune.

2. In data 28 aprile, senza nessun ulteriore incontro interlocutorio, il consiglio comunale approvava le nuove condizioni economiche - e non solo- imposte ad Acoi. La delibera di consiglio comunale veniva resa operativa già il 1° maggio.

3. In data 30 aprile il presidente Acoi comunicava via Pec all’amministrazione che il direttivo non riteneva di poter accettare modifiche unilaterali della convenzione già in essere, sottoscritta da entrambe le parti, unico documento ad avere piena validità.

4. In data 3 giugno Acoi e amministrazione si confrontavano in una seconda riunione. A fronte delle oggettive difficoltà di bilancio prospettate dall’amministrazione, Acoi in un’ottica collaborativa ipotizzava di innalzare il costo del biglietto di ingresso aumentando quindi il contributo annuale da corrispondere al comune. Acoi sottolineava come la cattiva gestione degli impianti (luce e riscaldamento, non soggette al controllo di Acoi) fosse causa di sprechi economici, e si rendeva disponibile a collaborare per ottimizzare i costi; quanto a sprechi Acoi faceva notare l’accensione del riscaldamento quando non necessario.

5. In data 11 giugno il segretario comunale richiedeva ad Acoi di trasmettere “i documenti contabili relativi all’ultimo triennio, copia dello Statuto o dell’atto costitutivo nonché copia di fatture per lavori e/o eventuali servizi eseguiti presso il Castello nell’ultimo triennio”.

6. L’incontro, nel quale Acoi avrebbe dettagliato la propria proposta, è stato posticipato da parte dell’amministrazione dal 17 al 25 giugno; pertanto, Acoi per motivi organizzativi impellenti ha inviato il 18 giugno via Pec la propria offerta formalizzata, richiedendo una risposta entro 10 giorni per poter procedere alla gestione del Castello e alla programmazione degli eventi. La proposta scritta di Acoi avrebbe permesso loro di incamerare una cifra superiore ai 10.000 euro delle utenze.

7. In data 2 luglio, non avendo ricevuto alcuna risposta, Acoi inviava all’amministrazione comunale, sempre via Pec, un sollecito in merito alla proposta avanzata.

8. Alla scadenza dei 10 giorni lavorativi, in data 3 luglio il comune comunicava via Pec ad Acoi che il sindaco era in ferie e che al suo rientro l’associazione sarebbe stata contattata per un ulteriore incontro.

9. Vista la mancanza di comunicazioni in relazione alla proposta avanzata, il 7 luglio il direttivo Acoi, pressato da problematiche organizzative oltre che dalla operatività della variazione unilaterale della convenzione, ha deliberato di inoltrare via Pec la disdetta alla convenzione sottoscritta, così come previsto dall’art. 2 della stessa, con il previsto preavviso di tre mesi.

10. Come risposta da parte del comune non giungeva una proposta di incontrarsi e discutere: in data 9 luglio, quando ancora Acoi non aveva dato notizie alla stampa, il comune scriveva tramite Pec una comunicazione a firma del segretario comunale in cui si legge che “… il ritiro del materiale potrà avvenire solamente previa nulla osta di questa amministrazione a seguito di sopralluogo…”. Questo è stato il tenore dei rapporti: difficile definirli collaborativi.

Fatta questa noiosa ma indispensabile cronistoria e premesso che eticamente non appare elegante e corretto fare ricadere sulle associazioni di volontariato il risanamento – sia pure parziale - dei disavanzi del bilancio comunale, occorre ribadire con determinazione che una convenzione, per sua natura, non può essere modificata unilateralmente e quella sottoscritta non prevedeva questa possibilità. Convenzione, dal latino cum venire, ossia pervenire assieme, presuppone una convergenza bilaterale e non una imposizione da parte di uno dei sottoscrittori.

Detto questo alcune osservazioni sono dovute. Per quanto riguarda i costi relativi alle utenze del Castello, la cifra di 10.000 euro, riportata nel comunicato stampa dell’amministrazione, non comprende altri costi deliberati dal consiglio comunale che accolla ad Acoi anche la manutenzione ordinaria degli impianti e dell’immobile, raggiungendo la cifra di circa 17.000 euro. A questi costi va aggiunto il preteso raddoppio del contributo versato al comune per ogni biglietto di ingresso. Considerando che Acoi per l’anno 2024 ha versato al comune 5.685 euro, la duplicazione porterebbe il versamento a circa 11.370 euro: facendo i conti approssimativi la cifra pretesa dal comune ammonterebbe a 28.370 euro (17.000 di utenze e manutenzione più 11.370 euro di percentuale sui biglietti), cifra assai lontana dai 10.000 euro comunicati alla stampa dal comune. Aggravio non sostenibile da chi gestisce il Castello.

Il bilancio di Acoi è sempre stato sottoposto per approvazione ai soci. Il bilancio dell’associazione non è quello del Castello, anche se in gran parte vi coincide, quindi non si comprende l’opportunità di una sua valutazione da parte dell’amministrazione; tuttavia dietro richiesta del comune, Acoi inviava i bilanci. Appare però fuorviante la lettura da parte dell’amministrazione di detti bilanci in quanto essa non ha considerato le uscite. Tra le tipologie di spese che Acoi sostiene ogni anno ricordiamo: pagamenti del personale qualificato addetto alla reception, alla ditta di pulizie degli interni, acquisto attrezzature (tra le quali strumentazione per la manutenzione del verde dei giardini, messa in posa di piante), manutenzione (ad esempio rifacimento nello scorso anno del palco esterno che era pericolante e impraticabile, allestimento della corte superiore), mostre, eventi, pubblicità. Senza contare tutto il lavoro svolto dai volontari.

 

Non è mai opportuno, e sicuramente in questo caso poco elegante, mettere a confronto associazioni di volontariato ingenerando dissapori, quando invece un’amministrazione comunale dovrebbe lavorare per la loro armonizzazione. Tuttavia, va ricordato che nessuno degli accordi raggiunti con le altre associazioni prevede la corresponsione al comune di una percentuale sui biglietti staccati o sui profitti ottenuti da eventi, attività e manifestazioni da esse organizzati.

Come conciliare la volontà dell’amministrazione di aumentare gli introiti del comune con la necessità di perseguire lo sviluppo culturale e turistico? Il Castello non è stato concesso ad Acoi perché lo sfruttasse economicamente (finalità peraltro impossibile per una associazione di volontariato senza fini di lucro), ma perché con le proprie competenze e lavoro lo valorizzasse. Questo obiettivo è stato incontestabilmente raggiunto con evidenti ricadute anche economiche sul paese e il territorio.

Sulla stampa leggiamo che l’amministrazione non mette in discussione l’operato di Acoi; ci risulta difficile crederlo a fronte dell’atteggiamento impositorio assunto e alla mancanza di disponibilità a valutare in tempi utili soluzioni alternative. Significativo anche il comunicato pubblicato sul sito del comune tre giorni fa con il quale l’amministrazione si assume la gestione della prenotazione delle visite guidate al Castello - tramite l’ufficio anagrafe -, quando questa esplicitamente e da convenzione è di esclusiva pertinenza di Acoi, che gestirà ancora il Castello per questa estate.

Sono fuori discussione le difficoltà di bilancio del comune. Per modificare la convenzione vigente, l’amministrazione aveva due scelte: attendere la scadenza naturale della stessa a febbraio 2026, oppure avvalersi della disdetta anticipata prevista all’articolo 2. Non lo ha fatto e si è comportata in modo da costringere Acoi a pervenire a una decisione per essa estremamente dolorosa: si può facilmente comprendere che non si rinunci a cuor leggero al risultato di nove anni di lavoro, entusiasmo, impegno, problemi e ostacoli affrontati e a una serie di progetti già in cantiere. Acoi ringrazia tutti coloro che in queste ore hanno espresso anche pubblicamente solidarietà e apprezzamento per l’operato fin qui svolto”.

l.b.

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