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Attualità | 15 luglio 2025, 15:10

Castello di Vogogna, l'amministrazione replica ad Acoi: "Scelta inopportuna presa senza aspettare un confronto"

Il comune ha diffuso una nota nella quale chiarisce alcuni aspetti della vicenda: "Chiediamo all'associazione la copertura delle spese di gestione, che sarebbero facilmente sostenibili"

Castello di Vogogna, l'amministrazione replica ad Acoi: "Scelta inopportuna presa senza aspettare un confronto"

Dopo la notizia diffusa nei giorni scorsi da Acoi, l’associazione culturale Ossola inferiore, che si dice “costretta” a lasciare la gestione del castello di Vogogna, è ora l’amministrazione comunale a intervenire sul tema tramite un comunicato stampa, con il quale intende fare chiarezza sulla situazione. Di seguito il testo del comunicato.

“In data 14 luglio 2025 l’amministrazione comunale di Vogogna ha preso visione del comunicato stampa diffuso dall'associazione Acoi, che ufficializza la decisione di recedere unilateralmente dalla convenzione per la gestione del Castello Visconteo. In esso si argomenta che la causa di tale decisione sia l’applicazione di “asserite condizioni economiche proibitive” nella gestione del castello. Precisiamo che tale disdetta era già stata comunicata all’amministrazione comunale per via telematica in data 7 luglio 2025.

Alla luce di ciò, riteniamo doveroso fare chiarezza nei confronti della cittadinanza: nei mesi scorsi si sono tenuti due incontri tra l’amministrazione e Acoi, durante i quali è stata illustrata la nuova linea di gestione delle utenze degli immobili comunali concessi a tutte le associazioni e società sportive. La proposta, condivisa con consapevolezza dell’impatto sulle realtà coinvolte, nasce dalla necessità per l’ente di razionalizzare le spese, ma non esclude la possibilità di ricercare altre forme di sostegno e collaborazione più consone.

Non nascondiamo le difficoltà reciproche emerse negli incontri avvenuti, ma teniamo a ribadire pubblicamente, come già espresso in entrambe le circostanze, che l’impegno dell’associazione e dei suoi volontari negli anni non è oggetto di discussione da parte nostra e riconosciamo la dedizione e la passione che hanno contraddistinto il lavoro di molti, concreto e tangibile, agli occhi della comunità. Durante i dialoghi, sono state suggerite soluzioni per contenere i costi e l’associazione ha anche avanzato una proposta alternativa, che non è stato possibile valutare a fondo per l’assenza del sindaco, circostanza di cui Acoi era stata informata.

Siamo rimasti colpiti dalla rapidità con cui è stata formalizzata la decisione di recedere, senza attendere un ulteriore momento di mediazione, considerando la complessità della trattativa per entrambe le parti.

Ci sembra opportuno fare alcune precisazioni in merito: il comune ha richiesto ad Acoi, rispetto al passato, di farsi carico delle utenze (luce e riscaldamento), per un costo annuo medio stimato di circa € 10.000. Forse non è noto a tutti che Acoi incassa direttamente i proventi dalla vendita dei biglietti nonché delle visite guidate. È importante sottolineare che l'associazione, a fronte di una media di incassi annuali pari a circa € 70.000, riversa al comune solo una parte marginale di tale introito: essa deriva esclusivamente dalla vendita dei ticket d’ingresso ed è pari al 10% del costo del singolo biglietto (per l’anno 2024 ammontante a € 5.685,50). Tale importo corrispostoci è decisamente inferiore al valore delle spese che sin dall’inizio sono state a carico del comune di Vogogna. Inoltre, l’associazione non ha mai fornito all’ente documenti contabili certificati atti a dimostrare le spese di gestione sostenute.

Nel 2024, il comune di Vogogna ha impegnato e speso a favore della gestione del Castello Visconteo la somma di € 17.707,07 così suddivisa:

·        € 10.990,19 per costi delle forniture (energia elettrica e riscaldamento);

·        € 6,717,88 per costi di gestione e canoni di manutenzione;

Ci sembra opportuno sottolineare il fatto che le altre associazioni e/o società sportive che collaborano con il nostro ente si fanno già carico delle spese di gestione degli immobili condotti senza tra l’altro poter contare su introiti di tale sorta.

È importante chiarire che il comune di Vogogna non è più grado di assumersi l’onere di coprire le spese per le utenze, non solo per la ragione che il Castello è gestito da un’entità esterna, ma anche per una questione di bilancio. Il comune si trova, infatti, in una situazione contabile non florida, come recentemente evidenziato dal Conto Consuntivo 2024, che ha registrato una serie di difficoltà finanziarie. In questo contesto, qualsiasi ulteriore esborso da parte dell’ente sarebbe incompatibile con gli obblighi di bilancio e con la necessità di garantire la sostenibilità economica per i servizi fondamentali alla cittadinanza.

La dichiarata impossibilità di farsi carico di una spesa che, come indicato, è contenuta e facilmente sostenibile, solleva più di una perplessità. Invero, è del tutto evidente che l'associazione, con la cifra introitata, avrebbe la capacità di coprire le spese correnti e continuare a valorizzare il patrimonio culturale e artistico del sito.

Il Castello di Vogogna è un bene di interesse storico e culturale che deve essere preservato e valorizzato nell’interesse della collettività. La decisione di recedere dalla convenzione, peraltro senza avviare un adeguato confronto, risulta pertanto difficile da comprendere e appare come una scelta inopportuna, che non tiene conto né della capacità dell'associazione di far fronte a tale spesa, né dell’interesse pubblico verso la gestione virtuosa del patrimonio. È nostro dovere, come ente pubblico, garantire che il Castello di Vogogna continui ad essere una risorsa culturale fruibile senza gravare sulla comunità.

L’amministrazione comunale ha scelto di agire con responsabilità, puntando su una gestione equilibrata e sostenibile del patrimonio pubblico: la giurisprudenza contabile è chiara nel delineare i principi di buona amministrazione che devono guidare la gestione dei beni pubblici. La Corte dei Conti, nelle sue sentenze, ha ripetutamente sottolineato che l'amministrazione pubblica deve adottare una gestione economicamente efficiente dei beni e delle risorse, evitando che il carico delle spese venga trasferito sui contribuenti quando l’attività genera introiti significativi. In particolare, nella Sentenza n. 167/2017, la Corte ha stabilito che "un'attività che generi entrate non può giustificare il mancato recupero dei costi di gestione, configurando una violazione dei principi di autosufficienza e di responsabilità economica nell’uso delle risorse pubbliche".

Troviamo infine infondati i dubbi espressi sul destino culturale di Vogogna. Nel corso di quest’ultimo anno abbiamo lavorato attivamente per mantenere vivi i contatti con Bandiere Arancioni, I Borghi più Belli d’Italia e il Distretto Turistico dei Laghi, aggiornando le informazioni, ripristinando i rapporti e onorando gli impegni richiesti per restare parte di queste importanti reti. Al contempo però, come amministrazione, siamo chiamati a occuparci di tante altre tematiche fondamentali, che richiedono risorse economiche, cercando di dare attenzione oltre che alla cultura anche ad altri aspetti di natura pratica, sociale, sanitaria, scolastica che meritano altrettanta considerazione e investimento, nel rispetto degli interessi di tutti i cittadini”.

l.b.

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