Una tempesta che ha cambiato il volto delle Alpi e la percezione del nostro rapporto con la natura. È questo il cuore di “Suoni e segni di Vaia. La tempesta raccontata dai suoni, video e fotografie”, la grande mostra che sarà ospitata dal 18 ottobre al 23 novembre al Collegio Mellerio Rosmini di Domodossola. Un progetto curato dal Mets – Museo Etnografico Trentino San Michele, in collaborazione con l’Associazione Musei d’Ossola, nato da un’idea dell’architetto bolzanino Claudio Lucchin.
L’esposizione conduce i visitatori in un viaggio sensoriale e visivo nella memoria della tempesta Vaia, che nell’ottobre 2018 devastò una vasta porzione dell’arco alpino tra Italia, Svizzera, Austria e Slovenia. Raffiche di vento fino a 200 chilometri orari e piogge torrenziali abbatterono milioni di alberi, cancellando in poche ore paesaggi millenari e lasciando una ferita profonda nei boschi delle Dolomiti, patrimonio Unesco. Un disastro che è diventato simbolo tangibile della crisi climatica e della fragilità degli ecosistemi montani.
La mostra invita a guardare e ascoltare il disastro naturale con occhi e orecchie nuove. Attraverso un percorso immersivo ideato da Elisa Pisetta e Cristian Posta, il pubblico vivrà un’esperienza sonora al buio, tra rumori, silenzi e suggestioni tattili e olfattive che evocano la forza e la distruzione della tempesta. Le fotografie di Roberto Besana documentano i giorni prima, durante e dopo l’evento, mentre il video “L’indicibile linguaggio della natura”, a cura di Davide Grecchi e dello stesso Besana, su testo di Mimmo Sorrentino, accompagna la riflessione su come l’uomo stia modificando l’ambiente che lo ospita.
A completare il percorso, due artisti propongono letture parallele del legame tra umanità e natura. Donatella Mora, con “Siamo natura”, allestita nella biblioteca storica del Collegio Rosmini, esplora attraverso immagini poetiche e simboliche la nostra interconnessione con il mondo naturale. Joseph Lombardi, con “L’apocalisse degli animali”, nella saletta liberty, dà voce a creature sospese tra fiaba e realtà per parlare, con ironia e profondità, di temi ambientali urgenti.
Durante le settimane di apertura, l’esposizione sarà accompagnata da incontri e approfondimenti. Tra i momenti più attesi, il convegno “Montagne che cambiano. Natura e parchi alla prova del clima” (6 novembre), la presentazione del libro “Inverno liquido” di Maurizio Dematteis (7 novembre), la conversazione “Decrescita felice” con Maurizio Pallante (14 novembre) e gli interventi dell’apicoltore piemontese Marco Valsesia (21 novembre) dedicati all’importanza delle api per l’equilibrio del pianeta.
L’iniziativa rientra nel progetto transfrontaliero Interreg Italia-Svizzera “BlitzArt SensibilizzArte – l’arte come strumento di sensibilizzazione”, di cui l’Associazione Musei d’Ossola è capofila insieme a partner italiani e svizzeri. Dopo il tema dei cambiamenti climatici, nei prossimi anni il programma affronterà la tutela del patrimonio architettonico alpino e le buone pratiche di turismo consapevole.
“Suoni e segni di Vaia” non è solo una mostra: è un’esperienza che invita a fermarsi, ascoltare e comprendere quanto la voce della natura – a volte sussurrata, a volte fragorosa – sia il primo segno da cui ripartire per costruire un futuro sostenibile.