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Domodossola | 24 giugno 2022, 19:00

Caffè 'negato' alla Notte Gialla, gli esercenti si difendono: “Prima c'era comprensione, ora siamo presi di mira”

Viscomi: “Non vogliamo passare per quelli che vogliono fare ubriacare le persone”. Sulle attività pesa la mancanza di personale

Caffè 'negato' alla Notte Gialla, gli esercenti si difendono: “Prima c'era comprensione, ora siamo presi di mira”

Dopo la vicenda segnalata da due donne domesi, che in occasione della Notte Gialla hanno dovuto girare cinque bar del centro storico prima di trovare un bar disponibile a servire loro il caffè, abbiamo chiesto qualche considerazione agli esercenti del centro storico. Alla luce anche dei commenti alla notizia che sui social sono seguiti, alcuni di questi anche molto critici nei confronti dei baristi, siamo andati a sentire quindi il presidente del Comitato degli esercenti del Borgo della Cultura, Giuseppe Viscomi, e alcuni esercenti che fanno parte del comitato.

“Occorre rispetto per il lavoro altrui, non vogliamo passare per quelli che vogliono far ubriacare le persone – dice il presidente del comitato Giuseppe Viscomi titolare del bar La Cadrega -. Abbiamo investito tempo e denaro per le nostre attività, do lavoro a dodici persone. Io ho fatto una scelta aziendale visto le caratteristiche del mio locale dopo le 18 servo il caffè solo per chi cena, bisogna adeguarsi alla clientela. L'ho scritto nel menù. Sulla caffetteria ci concentriamo al mattino”.

“In occasione della notte gialla ho spento la macchina del caffè a mezzanotte e mezza. Dopo un periodo in cui siamo stati compresi- dice Antonella Ramundo segretaria del comitato e titolare del bar Carosello – ora siamo presi di mira. Non siamo ingrati, facciamo con passione il nostro lavoro. Ma i problemi che dobbiamo affrontare sono molti in particolare quello del personale. Quando ho iniziato l'attività nel 2006 avevo il cassetto pieno di curriculum di persone che cercavano lavoro, quest'anno ne ho avuti due tra questi una ragazza che ha rinunciato perchè ha trovato impiego in un centro commerciale. Per cui il personale l'ho trovato passando parola tra i clienti”. Questa carenza di personale ha portato Ramundo a fare la scelta di non fare servizio al tavolo.

“Io non ho ricevuto neppure un curriculum – dice Giuseppe Viscomi - e avevo chiesto alla mia collega di passarmi qualcuno dei suoi che scartava. Ero disperato. Alla fine sono riuscito a trovare disponibili a lavorare due ragazzi della squadra di calcio del locale”.

Sotto l'aspetto del rilancio del turismo cittadino i baristi evidenziano che non bisogna prendere in considerazione solo il fattore della ristorazione. “Turismo -dice Antonella Ramundo- vuol dire che quando i turisti scendono dal treno trovano l'ufficio informazioni e i negozi aperti”. “Un servizio navetta che porti i turisti al Sacro Monte Calvario patrimonio Unesco. A volte – aggiunge Viscomi - arrivano da noi a chiedere informazioni turistiche e desidererebbero andare al Calvario, ma rinunciano perchè magari sono anziani e non possono andare a piedi.

“Io per la notte gialle alle due ho ancora servito un caffè – dice Diego Rondolini del Caffè Officine domesi–, il problema del personale è grande anche considerando che abbiamo tre scuole alberghiere nel raggio di 50 chilometri e nessuno del personale nelle nostre attività formato nelle scuole alberghiere”.

Gli esercenti sempre a proposito del personale hanno posto l'accento sul fatto che oggi i ragazzi si stancano più facilmente rispetto al passato sottolineano che ci sono ragazzi dai 17 anni in su che non sanno dare il resto, non sanno pulire un pavimento, dopo due ore di lavoro manifestano già stanchezza fisica e mentale. “Ma lavorare in un bar aiuta la socialità -dice Giuseppe Viscomi - e fare le stagioni è importante per la crescita”.


Mary Borri

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