Oggi è il 26 febbraio: 24 anni fa, nel 1999, Armando Tami si spegneva nella sua casa a Villadossola. Poeta ma anche umile contabile, grande appassionato di musica e del dialetto, passioni tradotte nelle molte poesie che ci ha lasciato. Dialetto che ogni anno rivive soprattutto alla festa della Noga, la frazione alta di Villa.
Tami è stato soprattutto un ‘grande’ benefattore: ha lasciato alla sua terra oltre 12 miliardi di vecchie lire.
Col suo testamento il ragioniere-poeta aveva distribuito soldi a tutti, ma anche beni materiali come libri, una collezione di quadri e di numismatica, stampe ossolane. Nonché immobili, ma anche titoli finanziari. Somme consistenti: 1 miliardo alla Chiesa Parrocchiale della Noga, uno alla Chiesa di Cristo Risorto, uno alla Casa per Anziani T. Ceretti di Villadossola, uno al Centro Culturale “La Fabbrica”, uno all’Ospedale San Biagio di Domodossola.
Lasciando anche scritto il desiderio che la parte rimanente del suo patrimonio servisse per la costituzione di una fondazione avente come scopo l’istituzione di borse di studio, borse di lavoro e l’attivazione di opere assistenziali e benefiche. Fondazione ancora oggi viva e operante, amministrata congiuntamente dal sindaco di Villadossola, dal parroco della Chiesa di Cristo Risorto e dal preside della Scuola Media di Villadossola.
Sono passati 24 anni e Tami resta ‘vivo’ nella sua comunità per quanto ha lasciato. Forse un po’ dimenticato da tutti gli enti e le associazioni che queste ingenti somme hanno ereditato. Nessuna della quali ha mai pensato, in questi anni, di mettere un fiore sulla tomba di Tami, al cimitero della Noga: almeno il giorno della ricorrenza della sua morte.